Gravina “Un mese a porte chiuse? Ci adegueremo”

“Un mese a porte chiuse? Non abbiamo ricevuto ancora nessuna indicazione, ma ci adegueremo nel rispetto dell’interesse generale. Dobbiamo andare avanti seguendo le direttive del governo”. È la posizione della Figc espressa dal presidente Gabriele Gravina, intervistato dal “Corriere della Sera” a margine del Congresso Uefa ad Amsterdam. “Siamo stati seri nella discussione con il governo e non è vero che il calcio non ha a cuore la salute pubblica e gli interessi generali”, sottolinea Gravina, che fa poi un appello all’unità nella Lega di A: “Solo stando tutti insieme si risolvono i problemi e si cresce. È proprio con questo spirito che in estate avevamo chiesto di anticipare l’inizio della serie A di una o due settimane. Se la Lega ci avesse dato retta non ci saremmo trovati in questa situazione”. Prese le distanze dallo sfogo social di Zhang (“è un linguaggio che non mi appartiene, né lo condivido. Le proprie ragioni si fanno valere in una dialettica istituzionale corretta”), per il numero uno federale “le porte chiuse mortificano valori come la condivisione e la gioia dell’evento sportivo. Ma il calcio non può più fermarsi. Dobbiamo andare avanti, rispettando le ordinanze. Il blocco prolungato delle attività sta producendo diversi danni, in primo luogo sociali e poi economici – prosegue Gravina – Il calcio ha una grande facilità di aggregazione, ma la paura del contagio sta minando il piacere di stare tra la gente. Per limitare i danni economici abbiamo chiesto di venire incontro alle società che stanno al centro dell’emergenza, differendo i pagamenti degli adempimenti fiscali. Preoccupato per Euro 2020? Al momento non ci sono indicazioni che ci fanno pensare al rinvio. La Uefa segue con attenzione l’evolversi della situazione europea”.
(ITALPRESS).

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