Il Comitato NO DISCARICA in data odierna ha diramato la seguente nota: la Oikos fa ricorso contro la Soprintendenza e fa sapere che la discarica non altera il territorio perché luogo di transumanza. Che la società Oikos stesse facendo le proprie mosse per costruire, comunque, la discarica nella Vallata di Muglia era noto ma che addirittura ricorresse al Tar contro il parere della Soprintendenza ha lasciato perplesse non solo le comunità che vivono intorno a Muglia ma tutto il mondo civile, gli storici, gli archeologi, le associazioni ambientaliste e non e tutti coloro che sono in grado di apprezzare la bellezza, unica e suggestiva, della vallata di Muglia.
Insomma, per OIKOS la discarica “Si deve fare” quindi si lavora a rimodulare il progetto, si fa ricorso al Tar e si manda a dire, tramite i legali, che “la discarica non altera il territorio perché è un luogo di transumanza”.
Ma l’emergenza rifiuti in Sicilia facilita Oikos a realizzare comunque la discarica, quindi si fa il ricorso al Tar contro la Soprintendenza, nonostante il territorio sia uno dei più belli e incontaminati d’Italia, nonostante uno stuolo di intellettuali, giornalisti e ambientalisti di tutta Italia abbiano firmato un manifesto in sua difesa, nonostante migliaia di cittadini abbiano firmato contro, nonostante autorevoli archeologi abbiano ritrovato reperti importanti, nonostante sorgerà a pochissimi chilometri da Catenanuova. Anche l’Assessore Sebastiano Tusa, il giorno prima della sua tragica scomparsa, aveva ribadito con una nota ufficiale che: “Non vi è in programmazione la realizzazione di alcuna discarica in contrada Muglia in territorio di Centuripe. L’area in questione è stata inserita come zona di tutela C nel piano territoriale paesistico ed è in istruttoria l’apposizione del vincolo ai sensi del codice dei Beni culturali e del paesaggio” e ancora, “da un’attenta analisi effettuata dalla Soprintendenza ai Beni culturali competente, Muglia è caratterizzata da rilevanti emergenze archeologiche e paesaggistiche e pertanto definita ad alto rischio archeologico. Lo spazio individuato per la realizzazione della presunta discarica, è una delle più dense aree di rinvenimenti archeologici della Sicilia centro-orientale, dove la presenza dell’uomo è attestata dall’età paleolitica e preistorica fino a quella post-medievale. Il tutto inserito in uno dei comprensori isolani più integri e incontaminati dal punto di vista naturalistico dove, la realizzazione di nuove strutture, arrecherebbe grave pregiudizio alle valenze paesaggistiche della zona”, ma tutto ciò non basta!
Nessuno ha mai negato che Muglia fosse una zona di pascolo, ma non bisogna dimenticare che costruirci una discarica significherebbe cacciar via allevatori e agricoltori che ci vivono e lavorano da millenni. Ma Muglia è anche altro! Basta dare un’occhiata alla ricchissima bibliografia per rendersene conto. Le poche e sporadiche campagne di scavo, eseguite nel corso degli anni, hanno portato alla luce reperti straordinari.
Insomma, sostiene qualcuno, si vuole bloccare un progetto solo perché sono stati ritrovati quattro cocci? Muglia non è solo archeologia, è bellezza paesaggistica unica e incontaminata; Muglia è antiche e gloriose miniere di zolfo; Muglia è masserie storiche; è terreno agricolo importante; Muglia è Centuripe, città gloriosa in epoca Ellenistica e Romana. Quindi il Presidente Musumeci e i suoi Funzionari si devono prendere la responsabilità di salvare questo territorio, territorio che attende il vincolo dal 1967 e che Sebastiano Tusa aveva avviato le pratiche per la sua tutela. Infine, il comitato No Discarica attende la risposta per un incontro da Musumeci, risposta che però tarda ad arrivare.