Si tratta di un interessante coleottero a cui è stato attributo il nome scientifico di “Solariola ientilei”, dal nome dell’ornitologo Renzo Ientile, attuale direttore della riserva naturale “Vallone di Piano della Corte”.
Il ritrovamento è avvenuto nel corso di una ricerca avviata nel 2015 sui coleotteri che occupano gli uliveti secolari dell’area protetta e condotta dagli entomologi Cosimo Baviera, Giuseppe Osella e Cesare Bellò – nell’ambito di una collaborazione tra il Cutgana dell’Università di Catania, l’Università di Messina e il Museo civico di Scienze naturali di Verona – che hanno descritto per la prima volta questa specie finora rimasta sconosciuta. A guidare gli entomologi nel corso delle diverse campagne di monitoraggio sono stati proprio il direttore dell’area protetta, Renzo Ientile, e l’esperto Carlo Prato del Cutgana.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Zootaxa con un articolo dal titolo “A taxonomic monograph of the genus Solariola Flach, 1908 (Coleoptera: Curculionidae: Entiminae)”.
Il “Solariola ientilei”, è un coleottero, lungo poco più di tre millimetri, caratterizzato da un corpo stretto ed allungato e lunghe antenne clavate.
«Non si conosce ancora la biologia di questa specie, però, è noto che altre specie dello stesso gruppo a cui appartiene questa sono legati al terreno e si nutrono di piante, nei mesi più caldi e secchi, e si rifugiano nel sottosuolo, anche oltre un metro di profondità – spiegano gli studiosi -. I soggetti rinvenuti sono 13 e sono stati raccolti tra le foglie secche di quercia, nei pressi di Poggio Tondo. Attualmente la specie non è stata rinvenuta altrove, è probabile sia distribuita nei monti Erei, in altre aree circostanti la riserva naturale. La caratteristica di questo gruppo è quella di avere un alto tasso di speciazione, ovvero facilmente una popolazione isolata evolve in una specie distinta, nell’ambito di questo lavoro gli studiosi hanno descritte per l’Italia meridionale altre 30 specie nuove».
«La scoperta di questa nuova specie – aggiunge il direttore dell’area protetta agirina, Renzo Ientile –, ha un grande valore scientifico e anche culturale e deve far riflettere sull’importanza della ricerca e dell’esplorazione. Molto ancora deve essere scoperto. Da oggi abbiamo la consapevolezza di custodire un tesoro unico al mondo nella nostra riserva».
Foto della Solariola ientilei di Francesco Sacco
Foto gruppo ricercatori, da sinistra: Cosimo Baviera, Cesare Bellò e Carlo Prato