A Sperlinga presentato il libro “L’amante del diavolo” di Giada Trebeschi

La superba location del Castello di Sperlinga ha fatto da cornice, nel pomeriggio di Sabato 29 giugno, alla presentazione del testo “L’amante del Diavolo”, ultimo successo letterario di Giada Trebeschi. L’Autrice, già nota al pubblico del nostro territorio per aver presentato (o ancor meglio dire, regalato emozioni attraverso le sue presentazioni molto originali) diversi Suoi testi (“Il Vampiro di Venezia” nel Novembre del 2017, “L’Autista di Dio” e “In principio era KAOS” nel 2018).

L’evento ha fatto parte di questo bellissimo esperimento culturale (peraltro egregiamente riuscito) voluto dalla Amministrazione di Sperlinga guidata da Pino Cuccì e che ha proposto, a ridosso delle festività in onore di San Giovanni (patrono del Comune), una vera e propria settimana del libro (iniziativa a cui auguriamo una sempre più crescente implementazione visto il grande bisogno di Cultura, volano di queste piccole realtà territoriali). E a questa pregevole iniziativa non poteva mancare lo sposalizio con l’Associazione Ecomuseo Petra D’Asgotto, realtà nicosiana, anzi territoriale, tra le più propositive e attive, sempre attenta e sensibile a questi lodevoli appuntamenti, conferendovi senz’ombra di dubbio, attraverso l’affiatamento, l’organizzazione e soprattutto la passione dei vari soci, una marcia in più nel creare qualcosa di magico e di unico che fa letteralmente rimpiangere chi non può assistere a questi appuntamenti. Ma procediamo con ordine. La presentazione del libro è iniziata, come ci ha ormai abituato la Trebeschi, con ben altro. Innanzitutto con la contestualizzazione della location e del tema trattato, compenetrandosi e diventando un tutt’uno, creando quindi un’atmosfera in cui lo spettatore diventa membro attivo, protagonista dell’evento. Dopo una chiara ed esaustiva introduzione storica su Sperlinga e il suo Castello fatta da Salvatore Lo Pinzino, in un climax ascendente, tra gli scorci antichi e le infinite vedute mozzafiato che solo il castello di Sperlinga offre, si sono innestati dei quadretti che hanno accompagnato lo spettatore sia in una sorta di “tour” degli ambienti, ma anche un tour storico, tra il mito, la credenza popolare e la realtà. Riflessioni sulla psiche umana e quindi la creazione della superstizione mirabilmente offerti da Maria Assunta Spinelli, l’uso delle erbe, nel confronto tra le credenze e la realtà scientifiche egregiamente esposto da Patrizia Castrogiovanni e infine le credenze legate alle pietre e agli amuleti, credenze di un tempo e credenze di oggi, ma condotte al raziocinio con l’importante occhio del metodo scientifico grazie ad un intervento di Giovanni Bonanno Conti. E poi, al termine del climax, lo spannung, con la rivelazione delle ineffabili presenze che hanno accompagnato tutti gli spettatori e che si sono rivelati in Maria Elena Costa e nell’autrice Giada Trebeschi che hanno letteralmente incantato il pubblico offrendo spunti di riflessione storico e morale, sul valore della conoscenza, ma soprattutto sui danni dell’ignoranza. Partendo dalla storia, perché il libro è un romanzo storico e l’Autrice riesce mirabilmente in questo genere letterario col rigore e col rispetto dei fatti (anche grazie alla propria solida conoscenza storica avendo alle spalle un Dottorato in Storia) che si mescono con la fantasia e con la bravura di un bravo “artigiano della parola”, si dipanano sotto gli occhi del lettore/spettatore tante vie di conoscenza, riflessione e approfondimento. Si è parlato di tortura. Si è parlato di tortura, soprattutto, delle donne. Donne di conoscenza. Ma nel buio dell’ignoranza la conoscenza diventava simbolo del demonio, la donna “magara” e quindi strega e quindi da eliminare.

L’ignoranza che crea il capro espiatorio nel diverso, nel chi sta fuori dal canone o nel chi non si riesce a mettere in un proprio canone. È molto facile il parallelo col presente, ed è per questo che servono questi libri. Attraverso questi testi, coinvolgenti che catturano il lettore dalla prima all’ultima parola, chi legge anche solo tangenzialmente comincia a porsi domande e a riflettere. Comincia a interrogarsi sul passato e quindi comincia a porsi domande e a fare parallelismi col presente. E da qui, partendo da un romanzo e arrivando ad un approfondimento storico in cui si mostra l’Uomo in tutti i suoi meriti, ma anche in tutte le sue contraddizioni e i suoi crimini ed errori, si crea quella coscienza critica che fa leggere con veri occhi il presente e fa meditare sul futuro. Ed ecco come questo romanzo non è solo una bella storia, mirabilmente scritta e quant’altro, fine a se stessa. È uno scossone, un fulmine che serve a noi tutti. E grazie a Maria Elena, alle sue domande, alle sue riflessioni, grazie all’Ecomuseo Petra D’Asgotto e il Comune di Sperlinga per proporre questi importanti eventi e grazie, soprattutto, all’Autrice Giada Trebeschi che con quest’opera regala a noi questi terremoti dell’animo che ci fanno crescere nell’animo e nello spirito.

Alain Calò