ROMA (ITALPRESS) – “Anief ritiene questo accordo tra sindacati e governo fallimentare su tutte le questioni trattate”. Così il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, spiega il perché della protesta che questa mattina gli iscritti al suo sindacato, insieme ai Cobas, hanno messo in atto davanti a Montecitorio. Una manifestazione per riaprire un tavolo di trattativa che vada dalla riapertura delle GaE, passando per la questione degli stipendi. “Si tratta di ridiscutere del reclutamento del personale precario, passato per il personale Ata, gli aumenti degli stipendi e infine sulla regionalizzazione – ha spiegato -. Sul precariato sono state escluse tante categorie a partire dal personale abilitato, che dal 2012 non puo inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento da cui si viene assunti dalla Stato; poi sono stati esclusi gli idonei dei vincitori degli ultimi concorsi e per ultimo i vincitori di quei concorsi riservati che hanno portato qualcuno a fare i supplenti, altri ad aspettare un ruolo che potrebbero avere un posto fra 40 anni. Per i precari con 36 mesi di servizio sono state trovate delle soluzioni vecchie come concorsi riservati e nessuna preselettiva per i concorsi ordinari. Questioni che non risolvono il precariato della scuola italiana, il prossimo anno continueremo ad avere 150 mila supplenti. Basterebbe dire che le graduatorie ad esaurimento sono un canale per evitare le denunce della commissione europea per l’abuso dei contratti a termine”.
Per quanto riguarda il personale Ata, per Pacifico è “un disastro, si dice che si vorrebbe favorire il passaggio di profilo da un ruolo all’altro e poi si vorrebbe stabilizzare i 12mila rsu che fanno lavoro ata ma non si parla di stabilizzare gli ultimi che fanno il loro lavoro da anni”. Altro punto dolente dell’accordo siglato tra alcune sigle sindacali e il governo è l’adeguamento degli stipendi: “Si promettono 120 euro lordi ma Anief prendendo le risorse dei tagli già a disposizione ha calcolato che si potrebbero già dare 240 euro lordi ad insegnante senza bisogno di cercare nuove risorse”.
Ultimo punto della protesta è la regionalizzazione: “Non si è detto nulla, ancora una volta nei tavoli non si sa quale sia la proposta del governo. Noi siamo a favore dell’autonomia, siamo a favore dell’autonomia differenziata ma sul modello siciliano, dove il programma, il personale e sistema di istruzione rimane statale perché non si deve violare la costituzione”.
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