E poi?
Intanto, l’EcoMuseo Branciforti se ne sta lì, in Via Granfonte, nel cuore del centro storico, e si presta ogni tanto a forme di fruizione artistica o di ricezione turistica, non di rado criticate perché non ritenute idonee alle reali potenzialità del luogo. Nel 2013 infatti, il Comune di Leonforte partecipò al bando Misura 312 “Incentivazione di attività turistiche” indetto dal Gal Rocca di Cerere di Enna ottenendo un finanziamento per la riqualificazione funzionale dell’edificio in laboratorio culturale con l’obiettivo di rendere la struttura un info Point turistico permanente per la promozione di itinerari rurali, paesaggistici e culturali.
Accade anche che l’EcoMuseo Branciforti divenga oggetto di interrogazione come accaduto nell’ultimo consiglio comunale, presentata dal consigliere Angelo Leonforte del gruppo consiliare “Avanti Uniti per Leonforte”, che ha chiesto all’attuale Amministrazione che intenzioni abbia riguardo al progetto “EcoMuseo”, come la stessa intenda assolvere a quanto richiesto dall’UNESCO nell’interesse del mantenimento del riconoscimento del Rocca di Cerere Unesco Global Geopark di cui Leonforte è parte e, in ultimo se sarà portata avanti l’istituzione della Fondazione di partecipazione per la gestione e l’avvio del progetto.
L’assessore al ramo ha risposto che si, si intende definire e completare il progetto, e a tal fine sono stati realizzati incontri con soggetti appartenenti alla Società Consortile Rocca di Cerere, e di assolvere a quanto richiesto dall’Unesco, mentre l’istituzione della fondazione rappresenta una delle possibilità che si stanno valutando insieme ad altre.
Intanto, questo Ecomuseo, “che fa ce lo vendiamo, o no?”
Livia D’Alotto