Tale autorizzazione consentirà al Gruppo Fassa di realizzare uno stabilimento per la produzione di materiali per l’edilizia, settore in cui la società è leader in Italia e tra i più affermati a livello internazionale. L’investimento, che si aggirerà intorno ai 25 mln di euro, consentirà la creazione di circa un centinaio di posti di lavoro a livello locale, tra diretti e indotto.
Lo scorso 19 febbraio la cava di calcare di Agira aveva ricevuto il diniego da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Enna, a causa del rinvenimento di alcuni reperti archeologici nell’area interessata. Proprio la salvaguardia di tali reperti è stata alla base dell’attività svolta dal Dipartimento Energia, in collaborazione con il Dipartimento Beni Culturali, attraverso la convocazione lo scorso 8 marzo di un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati.
Il 15 marzo la Fassa srl
Soddisfazione per il traguardo raggiunto è stata espressa dall’Assessore all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità, Alberto Pierobon: “Dopo 20 anni di abbandono e di improduttività questa cava tornerà in funzione, in un settore un tempo vitale per l’economia dell’isola. Certo è solo un punto di partenza, ma assume un valore importante, anche simbolico e di visione: utilizzo delle risorse compatibile con il rispetto e la storia dei territori, valorizzazione dei siti estrattivi e nuova occupazione. Presto faremo una attenta verifica per capire lo stato dell’arte sulle concessioni e su cosa, oggi, è attivo o improduttivo per l’economia siciliana. Anche in questo contesto serve una rapida discontinuità con il passato”.