Si potrebbe parlare di semplice apertura al pubblico di un sito di interesse storico e monumentale, ossia del giardino tardo-rinascimentale del Principe fondatore della città di Leonforte, Nicolò Placido Branciforti, reso nuovamente fruibile grazie all’opera di pulizia degli operai dei cantieri di servizio del Comune con la super visione di Alfredo Crimì.
Ma è un molto più di un bene che viene restituito alla comunità grazie al dialogo tra pubblico e privato, è un contenitore come lo ha definito lo stesso Crimì che comprende: storia (la nostra identità, arte (bellezza estetica e creatività), tradizione (valorizzazione del luogo)e natura (bellezza paesaggistica che allieta l’anima) e riassume per questo, la sua idea di “Ecomuseo”.
Due le ragioni che lo hanno spinto nell’impresa: “La melodia dell’acqua, e qui ho ritrovato il senso delle fonti storiche, e poi da leonfortese qui residente, farò di tutto per rendere vivibile ogni stanza della mia casa”.
A muoverlo un sogno in una notte d’agosto “Sognai il giardino del Principe pulito e fruibile ed il giorno dopo mi misi in moto per cercare di realizzarlo”.
Nella conferenza, condotta da Crimì, in collaborazione con i professori ed eruditi studiosi: Giovanna Maria e Giuseppe Nigrelli, si è fatto un excursus della nascita del paese a partire dal Feudo di Tavi, dell’importanza del Fiume Crisa e della figura di Nicolò Placido Branciforti quale portatore della cultura tardo-rinascimentale per cui l’uomo acquisisce valenza ed è in grado di decidere, vivere e orientare la propria esistenza. Per lui la vita è un prodotto della propria ragione, da qui la valutazione strategica della fertilità dei terreni e della abbondanza delle acque che renderà il suo principato florido per lunghi lustri.
La Sicula Tempe, sita accanto alla Porta Palermo, rivestiva quindi una grande importanza e doveva contenere originariamente dieci fontane, tra cui la Venere Impudìca, la fontana del Puttino e quelle del Dio Bacco.
Tante le idee che vi orbitano attorno attualmente:l’orto condiviso, un percorso turistico che lo comprenda insieme ad altri monumenti, lezioni di apicoltura con le scuole e, prima di ogni altra cosa, la messa in vincolo dell’area, per tutelare i cittadini, il proprietario e le stesse statue.
Il Sindaco Francesco Sinatra ha rimarcato il lavoro di Crimì che, “quanto studiato lo va poi a rilevare sul territorio comparando le evidenza archeologiche con le fonti a disposizione” e l’importanza di valorizzare luoghi che, seppur privati, appartengono a tutti, e per questo vanno tutelati e rispettati.
Livia D’Alotto