“Il Comune utilizzato come bancomat di famiglia”, è il duro attacco della minoranza consiliare, “Riunire Calascibetta”, che ha deciso di denunciare all’opinione pubblica la scelta del sindaco, Piero Capizzi, di affidare alcuni incarichi legali ai familiari di consiglieri comunali e assessori. Una querelle rimbalzata, ultimamente, anche nel dibattito politico xibetano a seguito dell’attribuzione degli ultimi affidi. “Gli incarichi professionali – spiega l’opposizione – sono stati affidati al papà del presidente del consiglio Francesco Lo Vetri, al marito della vicepresidente del Consesso civico Maria Grazia Macaluso e alla nuora del vice sindaco Salvatore Cucci. Il tutto – denuncia ancora la minoranza – con la complicità del Partito democratico, di cui il primo cittadino fa parte”. Riunire Calascibetta punta il dito soprattutto contro l’attuale vicepresidente del consiglio. “Non possiamo pensare né credere – spiega Tonino Messina, presidente del movimento politico “Riunire Calascibetta” – che gli abitanti della borgata di Cacchiamo, dove risiede il vicepresidente del consiglio e la famiglia, siano la sorgente consapevole di frutti discutibili.
Piero Capizzi
E’ un caso che, appena fu candidato il sindaco Piero Capizzi, la vicepresidente del consiglio abbia deciso di candidarsi nella lista del Partito democratico?” La questione più rilevante rimane comunque l’opportunità politica di affidare gli incarichi ai parenti degli amministratori. ”Prendendo spunto da questa vicenda – dice il capogruppo dell’opposizione Salvatore Dello Spedale La Paglia – c’è da ristabilire l’importante principio della moralità e dell’etica politica che, in questo caso, si pone nella maggior parte degli incarichi conferiti dal sindaco”. Una querelle che a breve sarà affrontata anche in Consiglio comunale dove “Riunire Calascibetta” chiederà l’approvazione del regolamento per l’affidamento degli incarichi professionali. Intanto il sindaco Piero Capizzi, ascoltato sull’argomento, contrattacca: “E’ assurdo che qualificati professionisti, semplicemente perché amici del sindaco, non possano ricevere l’incarico, mentre tutti gli altri ne hanno diritto”. E aggiunge: “Se c’è qualcosa di immorale in questa vicenda è il comportamento dell’opposizione, che, in preda a un delirio di odio nei confronti della maggioranza, pensa che qualsiasi azione debba essere giudicata secondo il loro metro, iniquo e parziale, frutto di una logica manichea”. Insomma, lo scontro, in alcuni casi anche personale, tra maggioranza e opposizione, sembra non arrestarsi.
Francesco Librizzi