Questi i fatti: nella serata di sabato 2 dicembre i Carabinieri della Stazione intervenivano, su richiesta, in quella Contrada Zotta Caldaia presso l’abitazione di C.M., 43enne, il quale poco prima era stato aggredito, all’interno delle mura domestiche, da tre individui parzialmente travisati ed armati di coltello, i quali, dopo averlo attinto con diversi fendenti al tronco ed agli arti superiori, si davano alla fuga a piedi agevolati dalla scarsa visibilità. Mentre la vittima veniva tempestivamente soccorsa da personale medico giunto sul posto, i militari provvedevano a svolgere i primi accertamenti sul caso ed a raccogliere le informazioni da parte delle persone, poche tuttavia, che avessero potuto vedere qualcosa.
L’immediata attività di polizia giudiziaria consentiva ai Carabinieri di individuare i presunti autori dell’aggressione e di rintracciarli presso le rispettive abitazioni, ove tuttavia non venivano rinvenuti elementi che potessero avvalorare le rispettive responsabilità in merito al gesto.
Tuttavia, sulla base degli elementi raccolti, vista la gravità del reato (peraltro aggravato dalla presenza durante i fatti dei figli minorenni della vittima) e la personalità dei soggetti, già noti per la loro pericolosità sociale e l’inclinazione alla commissione di reati, venivano dichiarati in stato di arresto e, dopo le formalità di rito, trasferiti presso la Casa Circondariale di Enna, come disposto dal Pubblico Ministero di turno, Dott. Domenico Cattano, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Enna.
La vittima, all’esito delle cure da parte dei sanitari del Pronto Soccorso dell’Ospedale Umberto I di Enna, appurato che per mera fortuna non ha riportato lesioni agli organi vitali, veniva giudicato non in pericolo di vita.
Le indagini sul caso risultano tuttora in corso, finalizzate anche a comprendere appieno le reali motivazioni del grave fatto di sangue che, come si diceva, solo per caso fortuito non ha avuto conseguenze peggiori sulla vittima.