Signor Presidente,
“alcuni di noi hanno appreso dal sito istituzionale la convocazione della seduta consiliare, notificata nella giornata di sabato; appare consolidata in questi anni la convocazione improvvisa del Consiglio Comunale, conseguente a ritardi nella predisposizione del procedimento amministrativo da parte dei funzionari, ritardi che si pensa di nascondere alterando le procedure di convocazione del consiglio comunale e non consentendo ai Consiglieri una adeguata valutazione degli atti amministrativi. Le ricordiamo che non ha ritenuto d’inserire nella precedente seduta consiliare la nostra proposta di modifica delle agevolazioni sulla TARI che se approvata avrebbe prodotto una sensibile riduzione a favore del settore produttivo e dei giovani professionisti che operano nel nostro Comune. La nostra richiesta per norma doveva essere discussa antecedentemente alla programmazione annuale (DUP) perché, se approvata dal Consiglio costituiva vincolo per l’elaborazione sia del DUP che del Bilancio di Previsione in scadenza al 31 marzo.” Poi passano alla seduta consiliare: “La convocazione di questa seduta consiliare e gli atti prodotti dalla Giunta Comunale costituiscono un ulteriore elemento di provocazione nei confronti del diritto ascritto alle prerogative dei consiglieri comunali. Nella giornata di venerdì, i consiglieri Profeta ed Arcuria hanno verificato che gli atti posti all’ordine del giorno del Consiglio non risultavano depositati negli uffici di segreteria, circostanza che può essere confermata da funzionari e dipendenti. Lei ha inserito all’ordine del giorno del consiglio comunale il documento di programmazione approvato dalla giunta comunale senza che la proposta sia stata esitata dalla commissione consiliare, commissione riunitasi in data successiva alla convocazione del consiglio comunale. E’ fondato il dubbio che si è voluto privare il consigliere comunale di verificare gli atti depositati negli uffici di segreteria considerato che i due giorni antecedenti la seduta consiliare risultano essere festivi e gli uffici chiusi al pubblico. Chiediamo ancora una volta, per l’ultima volta, che Lei svolga la funzione di garanzia del ruolo dei consiglieri comunali consentendo loro di svolgere al meglio la propria funzione; continuiamo imperterriti a credere nel valore della democrazia e del rispetto del pensiero altrui. Noi siamo continuamente privati dell’esercizio della nostra funzione in maniera consapevole, non ci vengono fornite in tempo utile le informazioni necessarie, esiste una diversità di trattamento tra noi e i consiglieri di maggioranza che quotidianamente si muovono all’interno dell’ente, acquisendo dati e sollecitando risposte immediate ai funzionari sui problemi della gente. Non intendiamo minimamente dire che questo sia volgare clientelismo, anzi pensiamo che sia giusto che i consiglieri di maggioranza svolgano questa azione. Gli atti che chiediamo ci vengono consegnati dopo trenta giorni ed oltre, registriamo un fastidio da parte di alcuni funzionari alla nostra presenza che a volte per discrezione e buona educazione facciamo finta di non capire.
“Viene consentito a soggetti esterni di verificare e visionare atti amministrativi con i relativi dati in palese violazione alle norme sulla privacy consentendo altresì d’interloquire con privati cittadini, rappresentanti di enti ed associazioni e a noi viene negata la visione di formale corrispondenza tra funzionari ed amministrazione su importanti fatti amministrativi che incidono sulla gestione dell’ente. Dobbiamo apprendere dalla stampa avvenimenti che inducono la Giunta Comunale ad assumere iniziative che incidono sulle finanze del comune alterando il costo del personale e la stessa programmazione del piano triennale di assunzione che appare essere elaborato senza tenere conto delle effettive esigenze dell’ente. Esiste oramai una gestione amministrativa caratterizzata dalla superficialità e un po’ troppo al limite delle norme che regolano la contabilità e il diritto. Per queste considerazioni chiediamo al Presidente e ai consiglieri comunali di rinviare la seduta consiliare e di convocare una conferenza dei capigruppo per discutere e definire un comune percorso che sia di reciproco rispetto del ruolo della maggioranza e della minoranza. Un sistema democratico si può definire tale quando le parti in causa si confrontano ed operano in libertà senza condizionamenti esterni”.
Rino Caltagirone