Calascibetta. Rifiuti e acqua, da diversi anni, sono al centro di numerose polemiche. Le scelte poco oculate e gli scarsi controlli, che hanno fatto lievitare il costo delle bollette, hanno mandato, più volte, su tutte le furie i cittadini. Sul caso rifiuti, la cui società che gestisce la raccolta nell’Ennese, ovvero l’Ato, si trova sull’orlo del fallimento (il buco sarebbe di quasi 320 miliardi delle vecchie lire), l’indignazione è forte. Così, di fronte al caro-bollette, Claudio Cardillo, che da diversi anni porta avanti delle battaglie a favore dei cittadini, ha scritto ai consiglieri comunali di Calascibetta invitandoli a rivedere il Regolamento comunale, approvato dal Consesso civico il 3 ottobre 2014, in merito all’applicazione della tassa sull’immondizia. “A partire dall’anno 2015- spiega Cardillo- la Tassa sui rifiuti (Tari) non avrebbe più dovuto avere natura tributaria bensì corrispettiva (meno si producono rifiuti da portare in discarica, meno si paga)”. Attualmente una riduzione del 15 per cento è applicata solamente agli utenti che praticano il compostaggio domestico. Cardillo inoltre dice: “Per gli anni 2015 e 2016, è stato violato il comma 3, articolo 2 del Regolamento comunale Tari, in quanto è stata applicata la tassa di natura tributaria. Detta violazione costituisce motivo di fondato ricorso giurisdizionale da parte degli utenti”. E aggiunge: “Chiedo che il Comune di Calascibetta applichi la “tariffa corrispettiva”, inoltre realizzi un sistema di misurazione puntuale della quantità dei rifiuti conferiti da ogni singolo utente. La nuova tariffa, ovvero quella di natura corrispettiva- conclude Cardillo- servirà a incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani”. Si pone però il problema circa la competenza del Comune, che notoriamente non è il gestore del servizio, a realizzare il citato sistema di misurazione. Un compito che probabilmente dovrebbe spettare alla società d’ambito EnnaEuno che invece si avvia tristemente verso il fallimento (i sindaci affronteranno il problema il prossimo 20 marzo), causato anche da “zone grige all’interno del sistema rifiuti”, come ha dichiarato di recente Rosy Bindi, presidente dal 2013 della Commissione parlamentare antimafia.
Francesco Librizzi