Calascibetta. Il lucchetto, posto dall’associazione culturale “Hisn-al Giran” nel passo carrabile della Forestale, nei pressi del sito archeologico Vallone-Canalotto, dovrà essere rimosso. Lo ha stabilito, nei giorni scorsi, il giudice del Tribunale di Enna, Vittorio La Placa, che ha condannato, per violenza privata, il presidente dell’associazione Gianluca Rosso a 15 giorni di detenzione (pena sospesa) nonché alle spese di costituzione di parte civile e al risarcimento di danno da liquidare con separato giudizio civile. La vicenda risale al 2014 quando l’allora amministrazione comunale, guidata dal sindaco Carmelo Cucci, assessore alla Cultura Marcella Gianfranceschi, diffidò l’associazione culturale, che aveva avuto l’incarico dalla Forestale per tenere pulita l’area boschiva antistante il sito archeologico, a rimuovere sia il secondo lucchetto posizionato nel cancello in legno sia i cartelli con su scritto i numeri telefonici che i turisti avrebbero dovuto comporre per concordare, con i membri dell’associazione, la visita presso l’insediamento rupestre (età tardo romana e bizantina) che, per arrivarci, occorre attraversare l’area demaniale in quanto la strada comunale è inagibile. Per l’amministrazione Cucci il lucchetto era di troppo. “Va ripristinata al più presto la legalità in quella zona turistica”, affermò il primo cittadino. La querelle passò sotto la lente di ingrandimento della Digos di Enna. Successivamente fu aperta una indagine giudiziaria che scaturì in un decreto penale di condanna nei confronti del presidente dell’associazione Hisn al Giran, il quale decise di appellarsi e a quel punto il Comune di Calascibetta si costituì parte civile affidando l’incarico, per il processo penale, all’avvocato Michele Caruso. Nei giorni scorsi, per il presidente dell’associazione, è arrivata la condanna in primo grado. Ascoltato telefonicamente, Gianluca Rosso ha detto: “Ricorreremo in appello poiché, a mio avviso, il giudice non ha valutato bene certi aspetti”. Per l’ex sindaco Carmelo Cucci invece si tratta di una giusta sentenza, affermando: “Il passaggio va lasciato libero, nessun lucchetto può impedire l’accesso al Villaggio Bizantino, proprietà del comune”. Un insediamento rupestre che l’allora assessore alla Cultura Marcella Gianfranceschi voleva inserirlo all’interno di un importante progetto culturale di rivalutazione del territorio xibetano, ovvero la costituzione del “Parco Archeologico Naturalistico di Calascibetta”, coinvolgendo il Comune, la Forestale, la Soprintendenza e l’università Kore. Ma la proposta della Gianfranceschi non vide la luce. Sarà forse adesso intenzione della nuova amministrazione comunale portare avanti l’idea dell’ex assessore che aveva già avviato due tavoli tecnici?
Francesco Librizzi