Uno studio geo-strutturale propedeutico alla riapertura della Statale 290
Ma per definire il progetto finale i tempi sono ancora lunghi
Calascibetta. Continuano gli incontri istituzionali per definire l’iter burocratico, lungo e difficile, che dovrebbe portare alla riapertura della strada statale 290 superando così l’interruzione tra Calascibetta e il bivio Villapriolo. Secondo quanto si è discusso ieri, durante il vertice convocato dal nuovo prefetto di Enna, Maria Rita Leonardi, e svoltosi negli uffici della Prefettura, l’Anas avrebbe a disposizione 1,5 milioni di euro, soldi che dovrebbero servire, inizialmente, per effettuare uno studio geo-strutturale lungo il costone roccioso, interessato dalla frana, in contrada Gaspa-La Torre. Intanto, al fine di valutare altri possibili rischi, la zona sarebbe stata sottoposta a rilievo laser. Un intervento, quello geo-strutturale, propedeutico all’individuazione del progetto finale: consolidale la parete rocciosa, oppure realizzare una strada by-pass, come era stato stabilito due anni fa in concomitanza della campagna elettorale. Terminate però le elezioni, politici per primi, si lasciarono alle spalle la problematica. Adesso, soprattutto gli automobilisti, si augurano che dopo le Amministrative del prossimo 5 giugno non accada la stessa cosa, ovvero che l’annosa questione finisca nel dimenticatoio. Ma per realizzare uno studio sulla parete rocciosa -si chiedono in molti- necessitano davvero tre miliardi delle vecchie lire? Il nuovo comitato cittadino, che si batte per la riapertura dell’importante arteria, è stato ricevuto ieri mattina dal prefetto di Enna, Maria Rita Leonardi. Costituito circa un mese fa, il comitato, presieduto dal consigliere comunale Giuseppe Vanadia, aveva inviato una missiva al prefetto chiedendo di essere ascoltato. Alla riunione erano anche presenti il sindaco di Villarosa, l’ingegnere capo dell’Ufficio tecnico del comune di Calascibetta, il responsabile della sezione Paesaggistica della Soprintendenza di Enna, i vertici dell’Anas, dell’Azienda Forestale e del Corpo Forestale di Enna. Una vicenda grottesca che oramai si protrae da quattro anni, da quando il 12 marzo del 2012, improvvisamente, una parte del costone roccioso, in contrada Gaspa-La Torre, franò proprio sulla statale che collega la zona nord con quella sud dell’Ennese e al tempo stesso permette agli automobilisti della provincia di Enna di raggiungere alcuni paesi del palermitano, come Alimena, Gangi e le Petralie. Nella lettera, che il comitato aveva inviato nei giorni scorsi al prefetto, vengono specificati sia i disagi che da oltre mille giorni sono costretti a patire soprattutto i cittadini, tra loro i residenti del borgo di Cacchiamo, sia l’indifferenza delle Istituzioni che- si legge- “ha penalizzato in maniera pesante gli utenti della statale: agricoltori, commercianti, pendolari e studenti”. E poiché durante il vertice di ieri è stato anche detto che dal ministero potrebbero arrivare altri soldi, per un totale di tre milioni di euro (lo scetticismo però non manca), si attende adesso l’inizio dello studio geo-strutturale dal quale si capirà, ma soprattutto sarà valutato l’intervento “madre”, quello finale: realizzare il by-pass, oppure mettere in sicurezza l’intero costone roccioso che sovrasta la statale. Francesco Librizzi