Calascibetta. Prosegue lentamente il lavoro di riconoscimento delle vittime, almeno 32, delle stragi di martedì a Bruxelles ad opera del terrorismo islamico. Quattro sino a ieri i corpi identificati. Si attendono notizie di Patricia Rizzo, 48 anni, impiegata presso un’agenzia dell’Unione europea, di origini siciliane. Patricia era stata a Calascibetta la scorsa estate, nel mese di agosto, per incontrare alcuni parenti. Di lei si sono perse le tracce martedì scorso a seguito degli attentati portati a compimento dall’Isis. Che le sue origini fossero siciliane lo si era appreso da facebook, quando il cugino, Massimo Leonora, che risiede a Bruxelles, aveva lanciato un appello dicendo di non avere più notizie di Patricia dal momento dell’esplosione della bomba avvenuta all’interno della metrò. Massimo, come ulteriore indizio, aveva scritto che i nonni di Patricia erano siciliani, di Calascibetta. La notizia, l’altro ieri pomeriggio, aveva fatto subito il giro nel piccolo comune dell’Ennese, ma nessuno ricordava chi fosse Patricia Rizzo, chi fossero i suoi nonni o i suoi genitori. E’ stata una telefonata all’ufficio anagrafe del comune di Calascibetta, dove è nata anche la mamma di Patricia, Salvatrice Leonora, che ci ha permesso di risalire al cugino, Mario Niffeci, che abita a Calascibetta. “Patricia, oltre a essere una ragazza intelligente è anche solare- spiega Mario- l’ultima volta che ci siamo visti è stata l’estate scorsa quando è venuta a Calascibetta. I ricordi non possono che essere stupendi. Questa notizia ci ha letteralmente turbati. Ieri abbiamo sentito i genitori di Patricia, sono distrutti, attendono notizie- continua il cugino Mario- la speranza è quella di trovarla viva, si stanno facendo i controlli in tutti gli ospedali di Bruxelles”. Patricia, 48 anni, figlia unica, il giorno dell’attentato si trovava nella metropolitana che è stata distrutta da una bomba. La conferma è arrivata nella tarda serata di mercoledì scorso, quando siamo riusciti a metterci in contatto telefonico con il cugino di Patricia, Massimo Leonora, che vive a Bruxelles. “Siamo sempre in attesa di sapere notizie dagli ospedali e anche dalla Polizia federale. Patricia ha preso quella maledetta metropolitana- ci dice Massimo- Lei è come una sorella, siamo cugini diretti, mio padre è fratello della mamma di Patricia. Spero tanto di trovarla viva”. La telefonata si conclude con Massimo che dice: “Siamo sconvolti per l’accaduto. Qui, a Bruxelles, sembra di essere in guerra”. La mancanza di lavoro, quella piaga che tutt’oggi affligge quest’isola, costrinse i nonni materni di Patricia Rizzo, Mariano Leonora e Niffeci Pietra, entrambi deceduti, a lasciare Calascibetta, nel 1962, per trovare fortuna altrove, lavorando in miniera, nel sottosuolo belga. Tanti sacrifici per dare un futuro anche alla figlia, Salvatrice Leonora, che, dopo essersi sposata con Gaetano Rizzo, originario di Agira, ha dato alla luce Patricia. Una ragazza solare e intelligente che si spera possa riabbracciare i suoi cari.
Francesco Librizzi