Enna. Le grandi casate nobiliari cinquecentesche dei Barresi, dei Branciforti e dei Santapau, è stato il tema dell’incontro-dibattito tenutosi nei giorni scorsi al Caffè Letterario “Al Kenisa” di Enna. Ad organizzare l’evento il Centro Studi Federico II di Svevia e la Casa d’Europa di Enna, in vista dell’annuale appuntamento della Settimana Federiciana in programma per il mese di maggio. E’ intervenuto l’esperto Salvatore La Monica, appassionato studioso del medioevo, appartenente alla Società Nissena di Storia Patria, che ha definito “Rinascimento siciliano” quel periodo storico tra il Cinquecento e il Seicento . “Il contributo di crescita della Sicilia e dei nostri territori che queste grandi famiglie hanno dato, è da riscoprire e approfondire”, ha affermato l’oratore all’inizio della sua dotta conferenza. Dopo i saluti di rito da parte di Cettina Rosso, presidente della Casa d’Europa, a presentare l’oratore è stata la presidente del Centro Studi Federico II di Svevia, Paola Rubino, che ha affermato, tra l’altro, come “piccole vicende locali sono state in realtà fondamentali tasselli per cambiamenti anche europei”. Il La Monica ha esordito dicendo che la sua famiglia ha origini ennesi, con riscontri risalenti al XV secolo. Ha affermato che l’imperatore Federico II, uomo venuto dal nord, è stato un grande della storia, un condottiero illuminato e amante della cultura, che ha lasciato ad Enna notevoli testimonianze. “Nell’incontro di oggi – ha detto – tratterò della storia della Sicilia attraverso tre famiglie ‘protagoniste’ del XVI secolo: i Barresi, i Branciforti e i Santapau, che ci consentiranno di approfondire la nascita delle ‘città baronali’ in Sicilia e nei territori a noi più vicini: Leonforte, ridente cittadina fondata nei primi anni del Seicento, poco distante dal castello di Tavi, da Nicolò Placido Branciforte (nella foto un suo busto conservato a Leonforte); Pietraperzia, dove i Barresi s’insediarono nell’XI secolo; Barrafranca, legata alle sorti della stessa famiglia Barresi, da cui il paese prese il nome nel 1529”. Altra potente famiglia è stata quella dei Santapau, di origine catalana, baroni di Licodia, che con i Barresi e i Branciforti ebbero legami affettivi dovuti a matrimoni (combinati) tra loro e di conseguenza comuni interessi terrieri sparsi in tutta l’isola. Dopo aver percorso le vicende delle tre famiglie, con i loro matrimoni e i loro discendenti, l’oratore ha concluso la sua conferenza parlando della figura di Dorotea Barresi (nella foto). Fu principessa di Pietraperzia e di Butera e poi viceregina di Napoli avendone sposato in terze nozze il Vice Re, Giovanni Zunica, lasciando a Pietraperzia il principe Fabrizio Branciforte, suo figlio unigenito, avuto dal primo matrimonio con Giovanni Branciforte, conte di Mazzarino. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Pietraperzia, dove mori e fu sepolta in un sarcofago marmoreo nella chiesa Madre.
Dorotea Baresi amministrò anche molti beni e possedimenti, con annessi casali e città piccole e grandi, tutti infeudati, e “tanto fece per garantire pace e prosperità ai suoi territori sparsi in quasi in tutta l’Isola con esclusione delle zone del trapanese e del ragusano”. Sono stati proiettati sul grande schermo degli slide di ritratti di personaggi e siti (castelli, palazzi, cappelle, ecc.) riguardanti i nobili di quel tempo. Apertosi il dibattito, hanno dato interessanti contributi: Rocco Lombardo, vice presidente del Centro Studi Federico II e presidente del Comitato della Dante Alighieri, che si è soffermato sulla figura di Dorotea Barresi e su come la famiglia Branciforte gravitasse su Enna; Cettina Rosso, della Casa d’Europa, che ha sottolineato l’importanza di far conoscere nelle scuole la storia della Sicilia, che non è confinata nell’insularità ma che è anche storia europea; padre Filippo Marotta, parroco della chiesa di San Tommaso, che si è mostrato entusiasta dell’iniziativa, finalizzata a divulgare le conoscenze del periodo medioevale in Sicilia, e Giuseppe Nigrelli, di Leonforte, che ha elogiato l’oratore per la sua eloquenza. Ha concluso Paola Rubino, presidente del Centro Studi, che, nel ringraziare l’oratore e il pubblico presente, ha sottolineato “l’importanza di recuperare il nostro passato per dialogare con il presente e scoprire le nostre radici”. Ha condiviso, infine, la sfida lanciata dal relatore di istituire un Museo Medievale nel capoluogo per conservare e divulgare la nostra storia, in previsione della candidatura di Enna a capitale della cultura. Tra il pubblico si sono registrate le presenze di Giusi Gugliotta, dirigente scolastico del “Federico II”, Giuseppe Castronovo, segretario regionale del Mfe, Silvana Sutera, presidente della Fidapa, Ivana Antinoro, presidente dell’Officina Medievale, oltre a numerosi ospiti provenienti da Leonforte e da Pietraperzia. Il relatore Salvatore La Monica ha donato al Centro Studi Federico II un quadro con dedica, riproducente lo Stemma della famiglia Barresi, realizzato da Francesco Bonomo, a ricordo della serata.
Salvatore Presti
(nella foto: al centro Paola Rubino con Cettina Rosso e l’oratore Salvatore La Monica)