Calascibetta. Una struttura polivalente al coperto che avrà uno scopo sociale: contrastare la devianza minorile. L’inaugurazione, di quello che è considerato un “gioiello” sportivo, è avvenuta in presenza di molti cittadini e di diverse autorità civili, sportive, religiose e militari sia locali che provinciali. Dal prefetto Fernando Guida, al comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giuseppe Licari, al colonnello della compagnia provinciale dei Carabinieri, Paolo Puntel, accompagnato dal comandante della locale stazione dell’Arma, Gaetano Silvano, e dal maresciallo Claudio Leonardi. Presente anche il presidente provinciale della Federazione Gioco Calcio, Paolo Rosso, quello della Federazione Tennis, Fabrizio Greco, e il presidente del Coni, Roberto Pregadio, che ha detto: “Per i ragazzi è un momento importante, mentre per noi è un motivo di orgoglio poiché si da possibilità ai piccoli atleti di praticare diverse discipline sportive”. A fare gli onori di casa il commissario del comune xibetano Mario Candore. A lui e al Prefetto l’onore del taglio del nastro e della scopertura della targa. A benedire la struttura, mentre la banda “Antonino Giunta” suonava a festa, l’arciprete don Giuseppe Di Rocco.
Un impianto di interesse sociale e promozionale dell’attività sportiva, rigorosamente non agonistica, intitolato a “Paolo Vigneri”, il capitano dei Carabinieri, nato a Calascibetta il 13 marzo del 1907, che a Roma eseguì l’ordine di arresto di Benito Mussolini il 25 luglio del 1943. Ieri erano presenti due dei cinque figli di Paolo Vigneri, morto nel 1988 a Catania dove si era trasferito, congedandosi dall’Arma al termine della seconda guerra mondiale, diventando uno dei notai più importante della città etnea. Uno dei figli, Riccardo Vigneri, oggi professore di Medicina all’Università di Catania, ha detto: “Apprezzo e mi commuove questo ricordo fatto in nome di mio padre”. E sull’arresto del Duce ha spiegato: “E’ stato un atto di coraggio nell’obbedire agli ordini. Va ricordato che gli altri due ufficiali, coinvolti nell’arresto, finirono alle Fosse Ardeatine. Mio padre per oltre un anno, vivendo sotto falsa identità, si nascose a Roma perché ricercato dalla Gestapo, la Polizia segreta di Stato che obbediva agli ordini di Hitler. Tutto cambiò, nel 1945, con l’arrivo degli Americani”. Una mattinata all’insegna della “legalità” come ha spiegato il Prefetto di Enna Fernando Guida: ”E’ una struttura che segna la presenza dello Stato grazie alla pratica sportiva che educa alla lealtà e al rispetto delle regole per emergere sia nella vita sia nello sport. I soldi dell’Unione Europea- ha concluso il Prefetto- sono andati a buon fine”. L’impianto, che sorge in contrada Pianolonguillo, acconto allo stadio comunale, è stato finanziato dal Ministero dell’Interno e cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma “Io Gioco LeGale”. L’iniziativa del Ministero ha interessato quatto regioni del Sud Italia, ovvero Sicilia, Calabria, Puglia e Campania. L’importo complessivo dell’opera è stato di circa 518 mila euro, di cui 80 mila a carico del comune xibetano. “Non solo i lavori sono stati eseguiti con puntiglio da una ditta che si è dimostrata seria- ha voluto sottolineare l’Ingegnere Michelangelo Mantegna, responsabile dell’Ufficio tecnico del comune xibetano- abbiamo anche risparmiato circa 60 mila euro rispetto al costo preventivato”. L’iniziativa risale al 2011 con l’allora sindaco Piero Capizzi che prese a cuore l’idea del Ministero. I lavori, già appaltati, sono iniziati lo scorso novembre con l’amministrazione guidata dall’ex primo cittadino Carmelo Cucci.
Francesco Librizzi
Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia