Calascibetta: “deposito cauzionale acqua” le ragioni delle dimissioni di Gabriella Capizzi
Calascibetta - 11/09/2015
Calascibetta. A seguito delle dimissioni da Consigliere comunale di Gabriella Capizzi, sino a qualche giorno fa tra le fila della maggioranza, voleva che soprattutto i suoi amici politici (Calascibettattiva e Gruppo Misto, di cui lei faceva parte) votassero in maniera unanime la censura o il biasimo nei confronti del Commissario Straordinario del comune xibetano “per non avere, quest’ultimo, firmato l’ordinanza nei riguardi di AcquaEnna” che, dallo scorso 11 agosto, ha lasciato senza acqua 22 condomini di contrada San Leonardo (tra loro la stessa ex consigliera Capizzi) per non aver pagato il deposito cauzionale, pari a 25 euro a famiglia, ha ritenuto opportuno portare a conoscenza le sue ragioni, che riportiamo integralmente:
“Non ho mai condiviso l’opinione di chi afferma che la politica sia sporca, al contrario l’ho sempre ritenuta uno strumento privilegiato per operare il bene della collettività.
E questa è stata l’idea che mi ha accompagnato in tutte le azioni che ho intrapreso in qualità di consigliere: non ho mai perseguito i miei interessi, né i cosiddetti “interessi di partito”.
Volevo essere utile al mio paese, perché penso che Calascibetta sarebbe un posto ideale per vivere se solo fosse governato con maggiore efficienza e spirito di iniziativa.
Ma viviamo in una realtà nel quale prendersi le proprie responsabilità è più l’eccezione che la regola, così con la complicità dei vari soggetti coinvolti si perpetrano ai danni della collettività diverse ingiustizie e coloro che avrebbero il dovere di combatterle preferiscono girarsi dall’altra parte per quieto vivere e andare avanti per la propria strada.
Una di queste ingiustizie riguarda l’ormai famigerato “deposito cauzionale” a suo tempo versato all’EAS dai cittadini e che AcquaEnna dopo, nove anni dal suo subentro nella gestione idrica, ha deciso di richiedere ai Cittadini.
Come può AcquaEnna richiedere queste somme? E soprattutto, che fine hanno fatto le somme già introitate a suo tempo dall’EAS? Chi le detiene attualmente?
Come consigliere ho voluto accertare la verità, ritenendolo doveroso e degno di una società civile, e ho voluto farlo proprio partendo dal consiglio comunale, l’organo di rappresentanza per eccellenza dei cittadini.
Ma non ho trovato la giusta determinazione in molti dei miei colleghi consiglieri per affrontare questa battaglia senza mezzi termini.
Ma anche altre Istituzioni che rappresentano lo Stato brillano per la propria assenza, perché non prendono una posizione netta su questa vicenda, che infatti a tutt’oggi, per l’assoluta tranquillità di AcquaEnna, non ha visto una soluzione.
I cittadini hanno diritto ad azioni forti e risolutorie del problema, non vanno lasciati soli, perché questo crea smarrimento in loro e dissafezione verso lo Stato.
Purtroppo una persona da sola non può fare fronte allo strapotere di un sistema corrotto che si autoalimenta e questo mi ha indotto con amarezza a dimettermi da consigliere comunale.
Non ritengo infatti dignitoso che l’azione di una carica così importante per il bene della collettività, venga nella realtà vanificata e svuotata della sua ragion d’essere.
Ho lottato per la dignità delle “persone”, anteponendola alla tutela di certi “personaggi”.
Quando saremo più numerosi a combattere per la legalità, sono sicura che l’azione politica risulterà efficace per il bene di tutti. Continuerò a impegnarmi come cittadina per le idee nelle quali credo profondamente e ringrazio tutti coloro che a vario titolo mi hanno supportato nel mio impegno come consigliere comunale”.