Calascibetta: pellegrinaggio e devozione per la Madonna della Catena

Calascibetta Madonna CatenaCalascibetta. Se la tendenza, soprattutto negli ultimi due anni, è quella di vedere sempre meno fedeli dietro i fercoli dei santi, lo stesso non lo si può dire per la Madonna della Catena. Il valore di questa festa è nella solennità del pellegrinaggio mariano reso per certi versi “toccante” grazie anche a don Paolo Grimaudo, un sacerdote che da oltre cinquant’anni coordina sapientemente un momento “alto” di fede dove non c’è spazio per il folclore e dove, fortunatamente, nessun politico si è mai messo in mostra per accaparrarsi un po’ di notorietà, cosa che avviene, in molte altre festività religiose di ogni paese, quando spesso il folclore prevale sul lato religioso. Un pellegrinaggio, quello della Madonna della Catena, dove fede e devozione sono palpabili il cui culmine è rappresentato dal viaggio scalzo che gli xibetani, catene legate alle caviglie, compiono “A bedda Matri da Catina”, così viene chiamata, affettuosamente, la Vergine dai fedeli. Sono le preghiere, ma soprattutto lo scricchiolio delle catene a squarciare il silenzio e rendere unica la processione religiosa che si snoda lungo le principali strade di Calascibetta. Una devozione che si rinnoverà anche quest’oggi (domenica), con inizio alle 19,00, quando la vara verrà portata a spalla soprattutto dai giovani. Sono proprio loro a sentirsi onorati, privilegiati di condurre tra le vie di Calascibetta il fercolo della Vergine. E la tradizione vuole che i “portatori della Madonna” vengano invitati annualmente, mediante una missiva, da don Paolo Grimaudo, il quale, durante la sosta che avviene in piazza Umberto I, affida al cuore di Maria le famiglie di Calascibetta. Un “voto”, una “grazia” ricevuta, ma anche una forte venerazione alla Madonna della Catena; c’è tutto questo dietro un pellegrinaggio davvero suggestivo.

Francesco Librizzi






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