Calascibetta. Carmelo Cucci, nel tardo pomeriggio di ieri, si è dimesso da sindaco di Calascibetta. Una decisione sofferta, arrivata come un fulmine a ciel sereno, ma che certamente va rispettata. Dopo due anni Cucci lascia. Troppi gli attacchi personali e politici, l’ultima accusa in ordine di tempo è stata quella sferrata da una parte del Pd, il suo partito, che aveva già deciso di staccargli la spina. Un partito dilaniato, il Pd, che ha visto soprattutto negli ultimi sei mesi scontrarsi al suo interno i nuovi tesserati con i sostenitori dell’ex sindaco, tra questi i due assessori, Antonino Senofante e Stefania Di Stefano, e i consiglieri comunali, Alessandro Matina, Pinuccio Lo Vetri e la stessa Di Stefano che, sino ad oggi, ha ricoperto anche il ruolo di consigliere comunale. Nella sua lettera di dimissioni Cucci si è soffermato soprattutto su due punti: le accuse anche personali che continuava a subire da due anni dagli avversari politici e le difficoltà economiche causate dai minori trasferimenti sia dalla Regione Siciliana sia dallo Stato. Ma la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso- si è appreso da attendibili fonti politiche- sarebbe stato l’ennesimo attacco politico subito dalla componete avversa del Pd che si attesta al segretario Elio Librizzi. Dopo appena due anni, dunque, si chiude la pagina politica del sindaco Carmelo Cucci, il quale, prima di dimettersi, ha presentato un documento che vi proponiamo per intero. “Premetto che il mio impegno in “politica” è molto recente e conta una consiliatura come consigliere comunale, dovuta a situazioni contingenti. In quel periodo il mio impegno è stato caratterizzato da attenzione alla vita amministrativa con interventi puntuali e costanti, ma svolti sempre nei limiti del rispetto delle istituzioni e delle persone, verso cui non ho mai usato termini o espressioni offensive. L’impegno amministrativo, in qualità di sindaco, nasce invece dalla coincidenza del pensionamento, circostanza che è stata determinante nella decisione di mettermi al servizio del mio paese. La decisione di rinunciare all’indennità è da valutare in questa prospettiva: considerare l’impegno politico, al di là delle parole, un servizio e non un’occasione di guadagno o di carriera. Non avevo bisogno di fare il sindaco per realizzarmi, poiché la mia vita è stata larga di soddisfazioni e realizzazioni. Ho voluto, ignaro delle beghe politiche , rappresentare la prospettiva del cittadino comune nella gestione della cosa pubblica, che comporta discussione e confronto serio e sereno per la soluzione dei problemi cittadini. Mi sono trovato in un contesto estraneo e ostile alla prospettiva del cittadino comune fin dall’inizio della mia esperienza. L’ambizione che non riconosce i propri limiti e che vuole tutto “hic et nunc”, il bene dei cittadini utilizzato a protezione non tanto e non solo dei propri interessi ma principalmente dei propri disegni distruttivi, l’uso spregiudicato della funzione per creare artatamente difficoltà all’amministrazione, l’uso della persona come strumento dei propri scopi sono tutti comportamenti comuni in molti politici. Per non dire della teorizzazione della doppia morale per cui si ritiene che nel campo politico si possono offendere e, peggio, diffamare le persone mentre nella vita civile si deve fingere che non sia successo niente. L’uso corrente dell’aggettivo “politicamente” per rendere possibile l’offesa alla persona, il dileggio e peggio ancora ciò che io chiamo “porcherie”. Pur con grande sofferenza – continua il sindaco- ho sopportato tutte le offese che mi sono state fatte a livello personale (immeritate per il modo di vita adottato da me e dalla mia famiglia), ho ascoltato quelle profferite nei confronti del Presidente del Consiglio da parte di soggetti che avrebbero dovuto, o in ragione dell’età o in ragione della “cultura” (?), esibire il massimo rispetto delle istituzioni comunali, che, invece, hanno costantemente svilito. È fonte di preoccupazione che ciò sia opera dei “politici di professione” o de “i talenti politici di qualità” , come pare preferiscono qualificarsi, i quali, essendo rimasti relegati nelle angustie paesane e frustrati nelle loro ambizioni, pare sappiano fare principalmente i “guastatori” con obiettivi miopi quali il “tanto peggio tanto meglio”. In tale contesto si inserisce il dispregio per il bene comune (più dichiarato che perseguito) pur di arrivare ad affermare se stessi come primi in una bagarre di quartiere e di costringere l’avversario ad abbandonare il suo ruolo. Basti qui ricordare la vicenda del Piano d’Intervento (che ultimamente è stato tenuto per più di un mese in consiglio comunale per chiacchiere utili solo a incrementare le spese, per poi rinviarlo con proposte incoerenti e contrastanti ) , il rifiuto dell’esecutività del bilancio 2015 già stravolto e svuotato. Ma più di tutto l’attacco ingeneroso e dozzinale nei confronti dell’ex assessore Marcella Gianfranceschi, a cui rinnovo la mia stima e verso la quale, sono sicuro, il tempo sarà galantuomo. A ciò si aggiunga che mi sono sentito quasi costantemente tirare la giacca ora da una parte ora dall’altra. Tutto questo ed altro ancora potrei aggiungere. Sarei disposto a sopportare ulteriormente offese e invettive se le condizioni generali consentissero di operare all’interno di un quadro sociale, economico e finanziario certo.
Ciò che mi avvilisce è il quadro economico finanziario generale, che non consente di realizzare quei principi che dovrebbero contraddistinguere il PD. Tra tutti la solidarietà tra i gruppi sociali. È vero che ci sono i professionisti dell’assistenza, ma, in questi due anni d impegno politico – amministrativo, ho potuto constatare l’esistenza di necessità e difficoltà diffuse anche di persone che non avrei mai immaginato potessero essere in quella condizione, cui non ho potuto dare risposte adeguate anche per l’egoismo di coloro che non sono lambiti da necessità e difficoltà, per un bilancio asfittico per diversi motivi, non ultimo la volontà distruttiva di un’opposizione miope e cinica incoerente con le chiacchiere che dispensano a larghe mani anche nella vita quotidiana o nella piazza. Da quanto avviene a livello di Governo regionale e di Governo Centrale si prospetta una situazione ancora più grave. Nel quadro attuale, diventerebbe più drammatico il rapporto con i cittadini per il soddisfacimento delle loro istanze. Qualcuno mi dice che è meglio comunque un amministratore che un commissario regionale. Fino ad oggi ho condiviso questo convincimento contro la pervicace volontà dell’opposizione.
La predisposizione del bilancio comunale per il 2015 prospetta la necessità di ulteriori tagli (ma quali e dove?) che da soli non possono consentire di portarlo a pareggio. Poiché non sembra possibile definire un bilancio senza aumentare il gettito delle entrate proprie, ritengo di non potere accettare di dovere proporre l’aumento d’ imposte e tasse comunali, già intollerabili nella quantità e di essere, contro ogni mia convinzione, solo un esattore di tasse.
Oggi ritengo non sia più accettabile ricoprire la carica di sindaco di questo comune per continuare a dire solo dei no ai miei concittadini, ai quali auguro che una gestione commissariale sia efficace e capace di dare risposte positive con il supporto de “i talenti politici di qualità” che in maniera sempre disinteressata sono presenti quasi in ogni tempo.
Tutto ciò perché le persone di buon senso, e spero che ce ne siano in abbondanza, comprendano il mio tentativo di proporre un altro modo di fare politica schietto e trasparente, senza continui compromessi, dove il “sì” è sì e il “no” è no, e rispettoso della persona (Non ho mai congedato alcuno dei miei collaboratori, che ho anzi incoraggiato a continuare nel loro impegno).
Sento a questo punto il dovere di ringraziare tutti quelli che in questa esperienza mi hanno collaborato ed aiutato a cominciare da tutti i dipendenti comunali, i segretari comunali dott. Princiotta Cariddi e dott.ssa Anna Giunta, il revisore dei conti d.ssa Giuseppina Giunta , i componenti del nucleo di valutazione ed ogni altra persona che in questo compito mi è stata vicina. In particolare ringrazio il mio vice sindaco e tutti gli assessori e consiglieri comunali che nel tempo hanno operato accanto a me quotidianamente impegnandosi nei problemi della nostra comunità.
Un ringraziamento particolare lo debbo a S.E. il Prefetto dott. Fernando Guida per l’impegno che sta mettendo nella ricerca di soluzioni utili al mio paese tra le quali la più difficile e la più importante, ovvero la riapertura della strada statale n. 290.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Carmelo Cucci, nato a Calascibetta, rassegna le proprie dimissioni dalla carica di sindaco con effetto immediato per gli adempimenti di competenza.
Infine, richiedo al segretario comunale di trasmettere una copia della presente a S.E. il Prefetto. Adesso il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, nominerà un Commissario che dovrà accompagnare il Comune xibetano sino alla prossima tornata elettorale, probabilmente tra un anno. In tutto questo tempo il Consesso civico rimarrà in carica, mentre l’Esecutivo lavorerà sino alla venuta del Commissario, poi l’intera giunta comunale si dimetterà. Si prevede nuovamente una infuocata campagna elettorale.
Francesco Librizzi