Il dolore vertebrale è la patologia più diffusa nei paesi industrializzati, colpisce il 60-80% degli adulti, è la causa più frequente di disabilità sotto i 45 anni ed di infermità lavorativa con ovvie conseguenze di carattere socio-economico.
Le cause più frequenti del così detto “mal di schiena” sono: le ernie del disco, le protrusioni del disco, le stenosi del canale vertebrale, le deformazioni congenite o acquisite della colonna (spondilolistesi), i processi degenerativi (artrosi), i processi infiammatori (artrite reumatoide), le fratture vertebrali, i processi infettivi (TBC, Herpes Zoster), le contratture muscolari di difesa e in fine gli esiti di pregressi interventi chirurgici (FBSS).
Il convegno si propone l’obiettivo di valutare gli aspetti relativi alla diagnosi e al trattamento del dolore vertebrale. Aspetti che verranno discussi in maniera multidisciplinare grazie al contributo di diverse competenze specialistiche (l’algologo, l’ortopedico, il radiologo e il fisiatra).
Molti pazienti affetti da patologie alla colonna riescono ad ottenere un adeguato sollievo dal dolore ricorrendo a comuni analgesici e alla fisioterapia. Tuttavia, non sempre questi rimedi possono bastare. Infatti, quando il trattamento analgesico non è più efficace, o comporta spiacevoli e gravi effetti collaterali, allora la somministrazione epidurale o spinale di farmaci, la neurostimolazione, la discectomia laser o altre tecniche di terapia antalgica mini-invasiva per via percutanea possono rappresentare una valida alternativa.
Oggi la tendenza è quella di ridurre quanto più possibile i rischi della chirurgia convenzionale e prediligere quelle metodiche di chirurgia minivasiva.
Sono procedure eseguite in elezione, eseguite in anestesia locale e con l’ausilio di una breve sedazione cosciente, monitoraggio di base e senza anestesia generale.