«Nel piano di intervento, approvato con decreto da questo dipartimento regionale – scrive inoltre il funzionario regionale – si evince che dall’unione delle due realtà, che porta ad un ampliamento numerico del bacino di servizio, il costo annuo per abitante viene abbattuto dagli attuali 138 euro a 119. Non possono quindi essere addotte motivazioni giuridiche ed inconsistenti, quali ad esempio l’esosità del costo del servizio». Una riflessione viene fatta anche sul numero degli operatori ecologici, complessivamente 23 unità.
«Il rapporto addetti/abitanti – si legge nella nota – è di un lavoratore su 650 abitanti, in linea con lo standard nazionale». In conclusione, il Dipartimento regionale fa presente: «Poiché gli atti adottati dai due Comuni hanno comportato spesa, potrebbe configurarsi danno erariale. Si invitano quindi le amministrazioni di esimersi ad avanzare richiesta di revoca di un provvedimento approvato in quanto potrebbe essere solo perdita di tempo e di denaro pubblico».
Il sindaco del comune xibetano Carmelo Cucci torna sull’argomento e spiega: “Rimaniamo convinti del buon lavoro svolto. Se vorranno, gli otto consiglieri comunali potranno revocare in auto-tutela la delibera che avevano votato lo scorso 12 settembre, diversamente faremo ricorso al Tar”.
E il sindaco di Villarosa, Franco Costanza, in qualità di presidente dell’Aro, dice: “Ho scritto al sindaco di Calascibetta affinché chieda al suo presidente del Consiglio comunale la convocazione urgente del Consesso civico per la revocare della delibera votata la scorsa settimana”.
Sulla vicenda, il Pd, partito che governa Calascibetta insieme all’Udc, esce allo scoperto e con il suo segretario, Elio Librizzi, attacca a muso duro i tre consiglieri del gruppo misto, affermando: “I consiglieri comunali, Gabriella Capizzi, Giuseppe Vanadia e Angela Magonza, il 16 dicembre 2013, quando ancora sostenevano l’amministrazione Cucci, votarono la costituzione dell’Aro, mentre lo scorso 12 settembre, avversari politici del sindaco, si sono espressi per lo scioglimento, tesi risultata errata. A questo punto, i tre consiglieri dovrebbero dimettersi”.
Francesco Librizzi
Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia