Malattia di Alzheimer, difficile curarla ed ancor più gestirla
* ASP 4 Enna - 10/08/2014
La malattia di Alzheimer, che oggi in Italia conta circa 850.000 persone ed in provincia di Enna sta raggiungendo quota mille, ha assunto un vero e proprio problema sociale dai costi altissimi non solo in termini di servizi socio-sanitari ma soprattutto in termini di coesione familiare. “Ad oggi – dichiara il neurologo Claudio Millia, che dirige il Centro diurno di Piazza Armerina dove sono assistiti circa trenta soggetti – non si conosce una cura risolutiva per questa terribile malattia, grandi passi in avanti sono stati effettuati sia nel campo della eziologia della malattia, che nella diagnosi precoce, sono passi fondamentali per aprire il campo alla ricerca di nuove terapie”. Molto spesso chi ha un malato in famiglia non sa quello che può e deve fare. Per Claudio Millia diviene necessaria ed indispensabile una corretta informazione non tanto sulle innumerevoli domande relative alla malattia e alla sua gestione, ma soprattutto sul corretto comportamento e stile di vita da tenere per mantenere una mente lucida, attiva in grado di resistere al deterioramento collegato o una patologia neurodegenerativa (demenza) o al naturale invecchiamento, con un innegabile effetto preventivo.
Le regole fondamentali ed elementari da seguire sono le seguenti:
1- la mancanza di stimoli cognitivi favorisce il declino delle abilità cerebrali, più il cervello viene stimolato più si rimanderà il suo invecchiamento con i conseguenziali deficit.
2- porre molta attenzione all’uso di integratori multivitaminici e stimolanti la memoria, soprattutto in soggetti ipertesi, depressi con problemi riguardanti la sfera della fertilità e della digestione.
3- lo stress è da evitare in ogni modo, in quanto l’ansia che ne deriva produce delle sostanze chimiche tossiche a livello dell’ippocampo e di altre aree cerebrali coinvolte con la memoria.
4- una alimentazione ricca di omega 3 (mangiare pesce 2 volte la settimana ) protegge le abilità cognitive e riduce il rischio di depressione.
5- 2 tazzine di caffè al giorno aiutano a ritardare il declino cognitivo e riducono il rischio di comparsa di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Ad oggi non si sa se tale azione dipenda dalla caffeina o dagli antiossidanti presenti nella bevanda.
6- Un sonno tranquillo, costante e ristoratore, permette una funzione cerebrale lucida nell’arco dell’intera giornata. L’insonnia cronica è correlata al declino cognitivo della terza età; il diabete di tipo 2, obesità ed ipertensione riducono sensibilmente le abilità cognitive e mnemoniche del cervello. Bisogna restare lontani dai grassi saturi e dalle sigarette, mantenendo uno stile di vita sano ed equilibrato (30 min di sport al giorno).
7- diffidare dalle diete che privano l’organismo di un adeguato supporto calorico con conseguente carenza di quella energia necessaria al normale funzionamento del cervello con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, tutte attività che richiedono energia.
8- una dieta ricca di fibre con una quantità moderata di grassi e proteine è la dieta equilibrata che permette un metabolismo lento e costante con un flusso di energia continuo al cervello (Dieta mediterranea). Ed infine cinque sostanze naturali da cominciare a conoscere ed apprezzare: la corteccia di pino; il balsamo di limone; il ginseng;il rosmarino; il brahmì.