Terremoti. Lo sciame sismico degli ultimi giorni sulla faglia dei Nebrodi, tra le più attive d’Italia
Enna-Cronaca - 28/06/2014
Torna a far paura la faglia dei Nebrodi che negli ultimi giorni e fino a ieri, è stata teatro di un nuovo sciame sismico. Si tratta di una fascia che già nel gennaio 2013 il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Stefano Gresta aveva definito “’una zona sismica, nella quale terremoti di magnitudo compresa fra 4 e 4,5 non sono certamente una sorpresa”. Gresta lo aveva sottolineato in occasione di una scossa del 4.4 della scala Richter del gennaio 2013 che aveva interessato l’area di Troina, Cerami, Nicosia. L’evento sismico era stato preceduto da scosse percepite a livello strumentale di magnitudo intorno a 1 e 2 gradi, ed era stato seguito da alcune repliche di magnitudo inferiore a 3. Quindi un evento che era stato preceduto da movimenti registrati solo a livello strumentale, al quale sono poi seguite altre due scosse. Sulla base della carta di pericolosità sismica il terremoto era avvenuto in una zona nella quale lo scuotimento del suolo previsto è compreso fra 0,15 e 0, 175. si tratta della faglia dei Nebrodi una delle più attive, che secondo il geologo Carlo Tansi del Cnr, ha avuto negli ultimi anni “un chiaro incremento lungo la fascia di contatto fra la placca africana e quella europea” di cui fa parte la faglia nei Nebrodi che si estende all’intera Calabria al Pollino, a parte dell’Appennino fino all’Aquila e alla Pianura Padana. L’area dove ricade la faglia ormai da almeno 5 anni è interessata da movimenti tellurici ed è compresa tra Capizzi, Cerami e Troina dal versante orientale dei Nebrodi e nell’area a cavallo tra Nebrodi e Madonie nel versante occidentale. Nicosia, Sperlinga e Cerami si trovano tra i due distretti sismici. Lo sciame di questi ultimi tre giorni arriva dopo alcuni mesi di “calma” e l’evento più forte a partire dal 2009, rimane quello di giorno 8 novembre 2009, quando si erano susseguite due forti scosse una delle quali si magnitudo 4.2 della scala Richter, registrata tra Capizzi e Cerami.Quella dei Nebrodi è la faglia che nel 1967 registrò una serie di movimenti che il 31 ottobre di quell’anno innescarono un violento terremoto che all’epoca provocò enormi danni. Per mesi nella stessa zona interessata dalla scossa di magnitudo 5.5 della scala Mercalli, si registrarono decine di scosse di assestamento. All’epoca non ci furono morti, ma come risulta anche dagli atti della Commissione parlamentare dell’epoca i danni furono enormi con oltre il 75% degli edifici distrutti io gravemente danneggiati. All’epoca le stime sommarie dei danni furono di 5 miliardi di vecchie lire a Nicosia e di un miliardo a Cerami Comuni dove oltre l’80% degli immobili risultò danneggiato. La magnitudo di quel terremoto non fu molto maggiore di quella registrata per il sisma di ieri, ma gli edifici di oggi sono risultati molto più resistenti anche se solo una minima parte risultano costruiti secondo le norme antisismiche.