Asp Enna: medici e pazienti “Insieme Contro l’Epatite”

Iardino-SapienzaL’Associazione Siciliana Epatopatie e Trapianti (ASET-ONLUS), presente in Provincia di Enna, è impegnata nell’attirare l’attenzione sulle problematiche legate alle malattie di fegato e alla prevenzione, al fine di ridurne la diffusione e le complicanze quali cirrosi epatica e tumore del fegato, in costante aumento.
Come riferisce l’epatologo ed infettivologo Mauro Sapienza (Responsabile scientifico ASET e Direttore Unità Operativa Complessa Medicina Interna dell’Ospedale “Umberto I” di Enna), l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera le epatiti un grave rischio per la salute a livello mondiale, con circa 240 milioni di persone cronicamente infette dal virus dell’epatite B e da circa 150 milioni di individui affetti da malattia cronica da virus dell’epatite C. In Europa Occidentale la prevalenza dell’epatite C è stimata tra lo 0,4% ed il 3%, con percentuali più alte nell’Est Europa e nel Medio Oriente.
“Circa un milione e mezzo di persone muore ogni anno nel mondo per cause legate alle epatiti virali, in particolare cirrosi e carcinoma del fegato. La maggior parte delle persone con infezione da epatite B e C è inconsapevole di essere infetta ed è quindi ad alto rischio di sviluppare una grave malattia cronica di fegato, ed, inconsapevolmente, trasmettere il virus ad altre persone.
In Italia il numero di soggetti con infezione da virus dell’epatite C cronicamente viremici supera il milione e mezzo, circa 2,5/3% della popolazione; il numero esatto di persone infettate dal virus dell’epatite HCV è tuttavia difficile da calcolare, poiché esiste un enorme sommerso derivato dalla latenza clinica del virus.
Al Sud ed in alcune Regioni, la prevalenza di HCV rasenta il 6/7% dell’intera popolazione.
In molti paesi del mondo il problema delle epatiti virali , pur avendo dimensioni critiche, non viene affrontato in modo efficace per diverse ragioni, legate ai costi delle cure e della prevenzione, sia perchè le persone che si infettano nella maggior parte dei casi non sviluppano alcun sintomo nel breve periodo, rimanendo spesso privi di sintomi per decenni, fino allo sviluppo della cronicità della malattia.
L’epatite virale rappresenta un pesante problema economico per tutti i sistemi sanitari a causa degli alto costi di trattamento dell’insufficienza epatica , del cancro e del trapianto di fegato , nella fase terminale.
Ci troviamo di fronte ad uno scenario in cui la possibilità di guarire dall’epatite Virale C eradicando l’infezione appare come una realtà per la grande maggioranza dei pazienti.
In Italia, ultimamente, l’epidemiologia delle epatiti virali acute ha subito un profondo mutamento e grazie al sistema epidemiologico integrato dell’Epatite Virale acuta (SEIEVA) è stato possibile documentare questa evoluzione dello scenario epidemiologico.
Per le epatiti A, B, C e D, negli ultimi decenni si è assistito ad un calo progressivo dell’incidenza; tuttavia, per l’epatite E, trasmessa attraverso l’acqua e alimenti contaminati da feci infette e presente nei Paesi in via di sviluppo , è in aumento ed il numero di casi non legati a viaggi in aree endemiche, configura l’infezione come malattia emergente.
In futuro, dice il Prof. Massimo Andreoni (Presidente Nazionale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali- SIMIT e Direttore dell’Istituto Malattie Infettive – Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma), rappresentano una sfida d’importanza fondamentale per la gestione delle epatiti virali croniche.
A breve, continua il Prof. Andreoni, saranno disponibili farmaci che, rispetto a quanto considerato fino ad oggi lo “standard of care” , cioè interferone peghilato e ribavirina, consentiranno di costruire regimi terapeutici maggiormente tollerati e molto più maneggevoli con riduzione significativa degli effetti collaterali, del numero di compresse e del tempo di trattamento.
La prospettiva è quella di avere a disposizione terapie attive su tutti i genotipi , senza bisogno di utilizzare interferone.
In questo scenario la Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e “Donne in rete ONLUS” hanno organizzato la “Prima Conferenza Internazionale I.C.E. (Insieme Contro l’Epatite): Epatiti Virali tra presente e futuro” che si è tenuta a Milano il 9 e 10 maggio scorso presso lo “SpazioEventiquattro – Il Sole 24 Ore” e che ha visto la presenza dei principali esperti nazionali ed internazionali nel campo dell’epatite C e di esponenti delle associazioni di volontariato e di pazienti .
L’intento è stato quello, come asserisce la Dott.ssa Antonella Cingolani (vice Presidente di Donne in rete ONLUS e Ricercatore dell’Istituto Malattie Infettive – Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma), di fare interagire le due figure cardini della gestione della patologia , cioè medico e paziente.
Durante il convegno sono stati trattati argomenti di virologia epidemiologia, clinica e terapia nonché di sanità pubblica con particolare attenzione alla popolazione femminile e alla coinfezione HCV/HIV oltre che di economicità.
Il messaggio conclusivo è quello espresso, in maniera forte e decisa, dal Presidente dell’Associazione “Donneinrete.net” e Presidente onorario del “Network Persone Sieropositive”, Rosaria Iardino : Affrontare per tempo il tema delle epatiti per le Istituzioni sanitarie è una necessità programmatoria, poiché l’esito della malattia non tempestivamente curata è particolarmente critico e oneroso; la salute è un diritto che deve essere garantito così come deve essere garantito l’accesso alle cure a tutti i pazienti..