Nel pomeriggio di oggi è deceduto Arturo Licata, l’uomo più vecchio del mondo. Nato il 28 aprile del 1902, ma dichiarato all’anagrafe il 2 maggio, lo scorso anno ha ricevuto la palma di uomo più vecchio del mondo dopo la morte di Salustiano Sanchez a New York, entrando di diritto nel Guinness World Records. Un fisico che ha retto per tanti anni. Arturo Licata ha lavorato per vent’anni in ben sette miniere di zolfo con la delicata mansione di conduttore meccanico. In seguito espletò l’attività d’infermiere presso il dispensario di Enna e come responsabile accompagnatore dei bimbi ennesi affetti da tubercolosi all’ospedale “Buccheri La Ferla” di Palermo. Partì, come soldato, nell’Africa orientale nel periodo della colonizzazione fascista e lì presto servizio per due anni. Ritornato in Italia lavorò come guardia giurata nella miniera di Pasquasia. Si sposò con Rosa Jannello nel 1929 e ha avuto sette figli (Concetta, Giuseppina, Tanino, Paolo, Salvatore, Rosario e Lucia). Rimase vedovo nel 1980. Fin da piccolo si è dilettato a suonare, da autodidatta, la chitarra e spesso era chiamato per le serenate. La vena artistica, oltre alla sua predisposizione a comporre brani musicali, è completata dalle sue numerosissime poesie, con alcune delle quali ha partecipato a numerose manifestazioni vincendo, in una di esse, anche una medaglia d’argento. Aveva perso un figlio per una grave malattia, ultimamante ha cominciato a non stare troppo bene, cieco e bisognava gridare per farsi sentire, passava le sue giornata a letto, i figli (in particolare la figlia) lo mettevano seduto per qualche ora nello stesso letto. Il figlio Saro nello spiegare la longevità del padre rimarca che non ha mai fumato, e non è mai mancato il bicchiere di vino ai pasti, anche se ultimamente è stata più l’acqua nel bicchiere che il vino.
I funerali sabato alle ore 10 presso la parrocchia di San Cataldo.
Ai familiari le condoglianze della Redazione