Gli obiettivi del trattamento riabilitativo sono: motivare al movimento; ridurre le condizioni disabilitanti derivanti da inattività;favorire la comunicazione interpersonale e la socializzazione; ottenere un più elevato grado di autonomia personale; raggiungere una migliore qualità di vita, rinforzare le capacità cognitive residue (memoria, attenzione, organizzazione spazio-temporale, ecc.). Intervenire sulla percezione e conoscenza del proprio corpo per una migliore strutturazione dello schema corporeo; favorire l’ottimizzazione e il miglioramento di coordinazione motoria, equilibrio statico e dinamico, forza muscolare, mobilità articolare, controllo posturale. “Nella mattinata si parte dalle attività sensoriali e motorie, si stimolano i vissuti, pensieri, ricordi e narrazioni. Corpo, emozione, pensiero, e relazione rappresentano i capisaldi dell’azione psicomotoria che si propone e costituiscono i fattori significativi del “ ritrovarsi “. Ogni seduta-incontro ha inizio e termina con il rituale del saluto e dell’accoglienza a favore della capacità di enunciazione del proprio nome e di presentazione nel gruppo che è composto dai quattro agli otto utenti, dal personale preposto, e da alcuni volontari dell’Aima. “Negli incontri si tende a valorizzare ogni singolo nelle sue capacità e caratteristiche personali – conclude il dottor Bongiovanni – L’idea è quella di stabilire relazione ed interazione. Nella presa in carico si individua e si riconosce la persona nella sua globalità e si iniziano le attività con il proporre semplici movimenti di “ginnastica“ dolce che coinvolgono le parti del corpo, prevalentemente testa, braccia, mani, gambe e piedi. I materiali psicomotori (teli, foulards, cerchi palle, corde e bastoni); favoriscono la scoperta sensoriale dei materiali e la loro denominazione e successivamente vengono proposti semplici movimenti per riscoprirne i possibili usi, individualmente e in gruppo”.