“La vita è fatta per essere felici” è la frase che ci accoglie nel salone delle riunioni del Federico II ad Enna bassa che per due giorni ha ospitato una congrua rappresentanza di buddisti siciliani.
A spiegarci chi sono e come vivono i buddisti in Sicilia e nel mondo saranno Stefania Orsola Garello e Emanuele Zimmardi, responsabili delle relazioni esterne e, cosa non da poco, simpatici accompagnatori di un cammino esistenziale, lungo un intero pomeriggio. Il sabato pomeriggio può essere declinato in vario modo: spese, pulizie, letture o arricchimento del se. Il 16 di febbraio, un sabato pomeriggio appunto, un gruppo di entusiastici buddisti ha omaggiato l’eternità, nel cuore della Sicilia. “Tutto accade secondo una casualità ineluttabile” dice Stefania e dunque quell’ hic et nunc immerso nella bucolica periferia ennese, ha trovato un senso e un perché, imprescindibile dall’ educazione, dalla meditazione e dal dialogo laico e umanistico condensato nella proposta di pace di Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale. Soka Gakkai è la scuola buddista che dal Piemonte alla Sicilia conta più di 70 mila fedeli certificati, quelli che hanno ricevuto il “Gohonzon” in una cerimonia d’ingresso che potremmo paragonare al battesimo, oltre ai praticanti occasionali. In Sicilia sono circa 2.200 i buddisti che sobriamente, i fedeli della Soka Gakkai non vestono d’arancione e non fanno visibili attività di proselitismo, praticano individualmente, in casa propria o in piccoli gruppi informali che non necessitano di luoghi di culto.
In una irrispettosa sintesi il buddista della Soka si impegna a ricordarsi sempre che ciascun suo gesto o pensiero impatta sia su se stesso sia sugli altri quindi ogni “negatività” o “positività” prodotta con il proprio agire ha un effetto tanto sulla propria felicità quanto su quella del pianeta. Di qui anche il significato di “Soka Gakkai” Società per la creazione di valore e di qui anche le battaglie più politiche per la pace, contro le armi nucleari, per l’ambiente, per il rispetto tra etnie e religioni. “Aiutare ogni persona a essere felice, quale che sia la sua condizione è il nostro impegno quotidiano” all’unisono affermano Stefania ed Emanuele. E a termine di una chiacchierata intrisa di dubbi e disvelazioni e dopo l’ennesimo caffè, Stefania mi confida la buddità di un eroe ritrovato nei chiaro/scuri del cinema impressionista, Capitan Harlock: “Un attimo che si ripete diventa eternità” dice il pirata astrale che considerando le stelle diventa tutt’uno coll’esistente.
Interviste a cura di Gabriella Grasso
Foto by Matteo Pulvirenti