Calascibetta. “Bisogna ridare un volto identificativo agli immigrati, tenendo conto delle differenze etnografiche. Passaggio necessario è quello di creare un programma di accoglienza mirato a fornirgli non solo un sufficiente bagaglio linguistico, ma anche la consapevolezza dei propri diritti e doveri. Il processo integrativo passa dunque solo attraverso la cultura e l’istruzione, unica arma contro forme manifesti o latenti di xenofobia”, ha sottolineato la professoressa e scrittrice Angela Riviera, presidente della Fidapa di Calascibetta. Questo in sintesi il messaggio venuto fuori in occasione del convegno “Immigrazione e Integrazione: una sfida del nostro territorio e di un’Europa che cambia”, tenutosi presso l’Auditorium di Calascibetta. Organizzato dalla Fidapa, con il patrocinio del Comune xibetano e della Regione Siciliana, ha visto la partecipazione di esperti del settore. Un dibattito interessante, entrato nel vivo con l’intervento del giornalista e scrittore di origine algerina Karim Metref. “Occorre chiedersi perché un giovane algerino lasci il proprio Paese. Forse perché le multinazionali creano appositamente guerriglie per sfruttare il sottosuolo? Un altro aspetto è il benessere: se questo viene concentrato solamente in alcuni angoli della terra, la gente tenta a spostarsi dove c’è più ricchezza. L’immigrato inoltre non deve essere emarginato, ma aiutato nell’integrazione”. Un concetto, quest’ultimo, che la comunità xibetana sta imparando a conoscere sempre di più. Sono circa cento le badanti rumene che da diversi anni accudiscono i nonnini di Calascibetta. Una comunità quella rumena che vuole integrarsi sempre di più. A sottolinearlo anche il Console rumeno, Liliana Jacob: “In Italia vivono 1 milione e 800 mila rumeni, di cui 40 mila in Sicilia. Qualche problema non è mancato, ma per integrarsi sempre di più occorre avere rispetto reciproco”. E’ la Sicilia ad essere vista come vettore dell’integrazione, ha detto invece la dottoressa Ilia Mazzone, coordinatrice della II Commissione del Comitato permanente per il partenariato Euro-Mediterraneo. “Oggi nell’Isola ci sono scuole con tanti immigrati, questo non è un problema ma una realtà- ha spiegato la Mazzone- L’Europa non deve chiudersi in se stessa, ma aiutare la Sicilia, da dove far partire un progetto di cooperazione, coinvolgendo anche i paesi Arabi” Ma l’integrazione passa soprattutto attraverso il dialogo e il rispetto delle tradizioni. “L’Università, la Scuola sono la porta principale per l’inclusione tra i diversi popoli – ha sottolineato Cataldo Salerno, presidente dell’Università “Kore” di Enna – sono il luogo per favorire il dialogo tra le varie culture, patrimonio dell’umanità. Oggi siamo di fronte ad una sfida culturale, non bisogna scappare, il tema immigrazione va affrontato, mettendo al primo posto il rispetto reciproco”. E poi il Questore di Enna, Ferdinando Guarino, che dopo aver focalizzato il dramma Lampedusa, ha parlato del territorio ennese: 1280 stranieri, impegnati soprattutto nel lavoro agricolo, edilizio e come badanti. Aggiungendo: “La provincia di Enna è una delle più tranquille, i fenomeni delittuosi sono quasi assenti”. Durante la serata sono stati assegnati dei riconoscimenti agli Istituti Comprensivi Giovanni Verga di Calascibetta, S. Chiara e De Amicis di Enna, quest’ultimo premiato a Bruxelles per la realizzazione di un cortometraggio creato dai detenuti del carcere di Enna.
Francesco Librizzi