Enna. Confraternita e festa Sacro Cuore di Gesù

enna-festa-s-cuoreEnna. L’ultima domenica del mese di giugno, ricorre la festa del Sacro Cuore di Gesù, ripresa nel 1992, dalla omonima Confraternita che ha sede presso la chiesa di Santa Maria del Popolo, sita sulla parte più alta di via Vittorio Emanuele. Dopo anni di abbandono, la chiesa è stata recentemente restaurata e riaperta al culto. I lavori si sono protratti per qualche tempo sotto la guida della Soprintendenza regionale per i beni culturali ed ambientali, su progetto semiconservativo degli architetti Silvana Virlinzi e Renata Salerno.

La storia della chiesa di Santa Maria del Popolo risale ad un periodo certamente antecedente al 1600, poiché ne fa menzione padre Giovanni de’ Cappuccini nella sua “Historia di Castrogiovanni”. Nel 1550 vi si insediò un monastero e pare che precedentemente ci fosse una cappella o una chiesa dedicata a S. Agata e una delle torri di avvistamento che faceva parte del sistema difensivo della città.

Nel 1738 fu concesso un prestito in denaro alle suore del convento per riparare i danni causati dal terremoto dell’11 gennaio 1693, nonché per la costruzione del campanile e di uno spiazzo antistante la chiesa.

Nel 1826 il monastero affidò a mastro Giovanni Pitta i lavori di ristrutturazione della chiesa, su progetto dell’ingegnere Gaetano Lo Piano di Caltanissetta, mentre nel 1827 si diede incarico al pittore Saverio Marchese di eseguire gli affreschi della navata e dell’abside. Le suore che appartenevano all’ordine carmelitano erano di stretta clausura e nel 1842 si trasferirono nel convento di S. Marco – le Vergini, come anticamente veniva chiamato.

Con l’unificazione del Regno d’Italia e la promulgazione delle famose leggi di soppressione, gran parte dei beni ecclesiastici furono confiscati dallo Stato nel 1866. Stessa sorte toccò alla chiesa di Santa Maria del Popolo e nel 1892 divenne sede della caserma militare “Panzera”. Adiacente c’era pure un edifìcio dove esisteva una stazione di arrivo e partenze per i piccioni viaggiatori, che venivano usati come mezzi di comunicazione, e per questo il quartiere che si estende verso il Mulino a vento viene chiamato ancora oggi Colombaia.

Dopo la seconda guerra mondiale la chiesa fu riaffidata al clero che la riaprì al culto nel 1943 dopo il bombardamento alleato del 13 luglio dello stesso anno. Una delle cappelle fu dedicata al Sacro Cuore di Gesù, la cui immagine proviene dalla chiesa di S. Paolino al cimitero, antica sede della Confraternita che poi si trasferì nella chiesa di Santa Chiara.

La Confraternita del Sacro Cuore di Gesù, fondata dai fratelli Termini nel 1839, riuniva la categoria degli zolfatai e dei minatori. Anticamente la loro uniforme prevedeva un camice bianco con la coda, così come i confrati dell’Immacolata e dell’Addolorata quando si recano in duomo durante la Settimana Santa per l’Ora di adorazione.

A cura dei confrati del Sacro Cuore di Gesù, completati gli ultimi lavori di restauro, è stata ripristinata la festa che di quartiere si è trasformata in processione esterna che coinvolge l’intera città, il simulacro del Sacro Cuore viene portato a spalla su un fercolo molto antico e semplice nello stile, una sorta di baldacchino issato su una base quadrangolare e sorretto dalle aste.

Dopo aver attraversato i quartieri della Colombaia e Mulino a Vento, scendendo per la strada che costeggia il carcere, la processione arriva all’ospedale, dove viene impartita una benedizione agli ammalati, e poi si snoda per via Trieste sino alla piazza antistante la chiesa del Carmine; raggiunta la via Roma i confrati risalgono verso il duomo, per poi fare ritorno nella chiesa di Santa Maria del Popolo attraversando la via Vittorio Emanuele.

Rino Realmuto

Fra le tante pratiche di culto del Sacro Cuore di Gesù, tramandate dai fedeli, c’è pure una preghiera in dialetto che viene ancora recitata dai devoti:

Patri mi crucifissu

ccà ccù vui vinni a prigari

ppì li vosci santi chiova,

m’aviti a diri:

echi vi ficiru di mali ?

Vìnici figlia, ca ti li dicu:

“Furru li chiovi di la testa

ca mi pèrsuru unì la tempesta.

Furru li chiova di lu custatu

ca mi niscì l’arma e lu jatu.

Furru li chiova di li dù manu

ca lu cori m’ingagghiaru.

Furru li chiova di li pidi

ca nun potti cchiù stari ‘mpidi”.

Alla chiusa cunsacrata

‘ngunucchiata, ‘ngunucchiata

ppì tri voti vi lu dicu

ca sta grazia m’aviti a fari.

(qui si implora la grazia richiesta)

O Santissimu Ecce Homu,

quantu iè bellu ‘u vosciu nomi,

nun ragiunari e nun scusari

ca sta grazia m’aviti a fari.

 

La Confraternita

La Confraternita del Sacro Cuore di Gesù fu fondata dal Signor Calcedonio Termine nel 1839 nella Chiesa di S. Paolino dei Frati Cappuccini, nella parte occidentale della zona monte di Enna; la Confraternita riuniva le categorie dei minatori e zolfatai.

Alterne vicende si sono succedute dal 1839 ad oggi. morì prematuramente il fondatore intorno al 1851 e le redini della confraternita passarono ai figli Giovanni e Melchiorre i quali dopo anni di peripezie e con il rischio di scioglimento della stessa, il 5 giugno 1898 fecero approvare lo “Statuto e Regolamento della Congregazione del Ss. Cuore di Gesù in Castrogiovanni nella Chiesa dei Padri Cappuccini” dal Vescovo Diocesano Mons. Mariano Palermo.

La prima Statua del Sacro Cuore fu acquistata e donata alla Confraternita dal confrate Giovanni Termine, realizzata in cartone romano a Napoli e della quale si sconosce la data di fabbricazione. Attualmente si trova in buone condizioni nei locali della Confraternita adiacenti la chiesa.

Una nuova statua fu realizzata nel 1897 dallo scultore Vincenzo Piscitello, in legno massiccio e alta circa due metri.

Dello stesso anno il fercolo “Vara”, recentemente restaurato ha confermato la data dell’ebanista che l’ha realizzato: “Sebastiano Sberna fecit 1897″ ebanista ennese.

La Chiesa dei Cappuccini costituì la sede della Confraternita sino al 1942, anno in cui nel convento fu istituito il ricovero di mendicità; da allora la Confraternita fu soggetta a continui spostamenti. Dal mese di Aprile del 1942 al mese di Giugno 1945 come sede ebbero la chiesa di S. Chiara, ma anche questa dovettero abbandonarla, perchè la stessa fu scelta e trasformata in Sacrario dei Caduti in guerra.

Nello stesso anno il Consiglio di Amministrazione della Confraternita accettò la richiesta fatta dal Sac. Paolo Marasà e trasferirono la sede nella chiesa di S. Maria del Popolo.

La Confraternita vi rimase fino al 22 Gennaio 1978, data in cui dovettero abbandonarla perché, a causa dei danni subiti dopo un violento temporale che lesionò una parte del tetto facendolo crollare, fu dichiarata inagibile dai Vigili del Fuoco e dal Genio Civile,.

Nel Marzo dello stesso anno chiesero asilo al Parroco della chiesa di S. Cataldo, Mons. Paolo Cammarata il quale con gioia accolse la confraternita e ne divenne l’assistente spirituale.

Il 27 Gennaio del 1985 fu approvato il secondo Statuto della Confraternita, e sempre nello stesso anno fu redatto il progetto di restauro della chiesa di S. Maria del Popolo i cui lavori ebbero inizio nel Gennaio del 1986. Il 27 Marzo del 1991 la Chiesa fu riconsegnata alla Confraternita.

Il 7 Giugno 2007 viene fatto approvare il nuovo statuto della Confraternita secondo le nuove direttive della C.E.I. dal Vescovo Diocesano Mons. Michele Pennisi.

La Confraternita del Sacro Cuore di Gesù fa parte del Collegio delle Confraternite Ennesi, partecipa attivamente ai Riti della Settimana Santa, l’Ora di adorazione e il Mercoledì Santo, inoltre festeggia l’ultima domenica di Giugno il Sacro Cuore di Gesù, portando in processione la Sacra Immagine con solennità.

Anticamente la festa del Sacro Cuore si festeggiava nella chiesa dei Cappuccini con decreto vescovile datato 24 Aprile 1900 la prima domenica successiva alla chiusura della festa di Maria SS. Della Visitazione.

Il vestiario del confrate è composto da: camice bianco, visiera bianca, mantella di colore rosso amaranto di tessuto damascato recante a sinistra l’effige del Sacro Cuore di Gesù, pettina di colore rosso amaranto, cingolo intrecciato bianco e rosso, guanti bianchi, corona in vimini intrecciata, pantaloni calze e scarpe nere. Originariamente il camice dei confrati aveva la coda .

Il vestiario del confrate portatore è composto da: camice bianco, visiera bianca, pettina rosso amaranto con al centro l’effige del Sacro Cuore di Gesù, pantaloni e scarpe nere, calze bianche.

 

Dallo statuto della confraternita:

Art. 1 – La Confraternita Sacro Cuore di Gesù avente sede in Enna è un’associazione pubblica di fedeli eretta con decreto del Vescovo di Piazza Armerina in data 5 Giugno 1898.

Essa è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto in quanto ha fine di culto riconosciuto con decreto del Vescovo di Piazza Armerina Mons. Mariano Palermo in data 5 Giugno 1898.

Art. 2 – La Confraternita ha come fini principali la santificazione dei confratelli, l’esercizio del culto pubblico e la promozione di opere di carità fraterna.

Per realizzare tali fini la Confraternita si propone in particolare di:

a) vivere come aggregazione ecclesiale che aiuta i confratelli alla formazione spirituale comunitariamente con gli altri confratelli nell’ascolto della parola di Dio e nel metterla in pratica;

b) promuovere iniziative per la formazione permanente dei confratelli in campo religioso; partecipazione assidua ai Sacramenti e devozione all’Amore infinito del Sacro Cuore di Gesù;

c) dare incremento alle manifestazioni del culto pubblico e della pietà popolare, soprattutto nelle feste tradizionali;

d) favorire l’unione fraterna nel vincolo della carità e nello spirito della fraternità in quanto tutti figli di Dio;

e) promuovere iniziative di carattere educativo, culturale, di assistenza e di accoglienza in forme varie, sempre in spirito di carità fraterna e tenendo conto delle necessità locali e del progetto pastorale diocesano.

La Confraternita può svolgere attività diverse da quelle di religione o di culto, a norma dell’art. 15 delle norme approvate con il Protocollo del 15 novembre 1984 tra l’Italia e la Santa Sede, e con approvazione dell’Assistente Spirituale e del Consiglio di Amministrazione della Confraternita.

Art. 3 – La Confraternita è sottoposta a norma del diritto canonico alla giurisdizione dell’Ordinario della Diocesi di Piazza Armerina. Essa ha rapporti di fraternità e collaborazione con le altre associazioni di fedeli e con gli organismi ecclesiali della diocesi.

La Confraternita fa parte del Collegio dei Rettori delle Confraternite di Enna, ed è tenuta ad osservare le norme dello Statuto e del regolamento di tale organismo.

 

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redazione-vivienna