Un ulteriore balzo nel suo sviluppo il paese lo effettuò nel corso dell’Ottocento (la sua popolazione passò da 5 a 14 mila abitanti) grazie allo sviluppo dell’industria zolfifera: nella zona circostante Valguarnera si arrivò infatti a produrre non meno del 10% del minerale prodotto dall’intera isola.
Cyrepicum e Caripa nomi greci di paesetti situati nelle vicinanze di Valguarnera pare che abbiano dato origine al nome medievale Caropepe, di cui possediamo testimonianze sicure. E’ più probabile, però, come si sostiene in appendice a questa breve presentazione del paese, che il toponimo sia d’origine araba.
I dintorni di Valguarnera conservano ancora qualche traccia delle antiche civiltà che si susseguirono in questa isola del sole, quando i popoli, attratti dalla sua bellezza, la fecero propria: fenici, greci, cartaginesi, romani e arabi.
Recentemente tra le colline di contrada Marcato scavi archeologici hanno portato alla luce un insediamento abitativo risalente al IV millennio a.C. Uno scheletro umano della tarda età del rame e alcune ceramiche della prima età del bronzo ritrovate in questo ambiente probabilmente faranno riscrivere la storia delle origini di Valguarnera Caropepe.
Di felice ubicazione Valguarnera Caropepe si affaccia sulla valle del Dittaino, ed è circondata da ridenti colline. Valguarnera è raggiungibile tramite l’autostrada A19 Palermo-Catania svincolo “Mulinello”, ed è situata a Km 25 da Enna, capoluogo di provincia. Da visitare a Valguarnera sono le numerose Chiese, con i ricchi quadri, affreschi, antichi paramenti sacri, statue, testimonianza di una fervida fede religiosa.
DA “IL VILLAGGIO DEL MIO AMATO” (byi Enzo Barnabà)
Non si può tuttavia affermare che il 1549 sia l’anno zero della storia del nostro paese. Tracce di insediamenti umani vi si hanno sin dai tempi più antichi. Nel medioevo vi era un feudo nei documenti chiamato ora “Carrapipi”, ora “Carupipi”, etc. Non mi pare vi sia dubbio sull’origine araba di questo nome. L’etimologia più convincente é quella comunicatami dall’arabista dott. Lorenzo Lanteri. Il nome risulta composto da due parole: qaryat (che significa “villaggio”, “borgata”) ed habibi (che significa “del mio amato”, “del mio caro”).
Come dal Qaryathabibi degli arabosiculi si sia passato al Carrapipi dei latinosiculi é presto detto. Prendiamo una parola alla volta:
* qaryat (trascrizione dell’arabo classico) evolve in karia (la q araba cessa di essere pronunciata in fondo alla gola; scompare la t, che abitualmente non é comunque pronunciata) e poi in carra (trascrizione “latina” della k, scomparsa della i e normale raddoppio della r).
* habibi diventa bibi (caduta dell’aspirazione e della vocale che segue, come normalmente avviene nella trasformazione neolatina delle parole arabe) e poi pipi (normale passaggio alla consonante sonora b alla corrispondente consonante sorda p; da notare che le i, secondo la fonetica locale, vengono pronunciate come vocali “centrali”: i carrapipani capiranno senza problemi).
Carrapipi ha quindi il significato di “villaggio del mio amato”. Sarebbe bello sapere a chi, da chi e per quale ragione un millennio addietro fu dedicato il paese con questo poetico nome.