Il Comune di Calascibetta rischia di entrare in un tunnel senza via d’uscita, sempre più buio. I mancati trasferimenti da parte della Regione Siciliana, con un taglio del 60 per cento rispetto al 2012 (preludio, forse, all’accorpamento dei paesi con meno di 5 mila abitanti?), stanno mettendo in “ginocchio” il piccolo Comune dell’Ennese. La disperazione si legge negli occhi del neo sindaco Carmelo Cucci che si è ritrovato le casse comunali all’asciutto. “L’anno scolastico è alle porte ma l’amministrazione comunale non potrà garantire il trasporto gratuito per gli studenti delle scuole medie superiori che si trovano nella vicina Enna. Non ci sono i soldi – dice il sindaco- per pagare l’abbonamento alla Sais, inoltre non si potranno pagare i buoni libro e neppure garantire 10 euro a quelle famiglie che si trovano in condizioni economiche svantaggiate. Insomma, la situazione è drammatica”. Senza liquidità, ad essere penalizzati, per il secondo mese consecutivo, saranno anche gli impiegati comunali. “Non riesco a garantire la puntualità nel pagare gli stipendi di agosto – spiega il primo cittadino- e per un sindaco, insediatosi da appena due mesi, non avere i soldi neppure per la spesa corrente è veramente triste”. Sia la Regione Siciliana sia lo Stato avevano garantito, nel 2012, oltre due milioni di euro al Comune xibetano. Ad oggi però i trasferimenti non superano 400 mila euro, metà dei quali sono arrivati dallo Stato. Ogni mese, per le sole spese correnti che riguardano gli stipendi degli impiegati e quelli per far funzionare la macchina dei rifiuti, il Comune paga circa 180 mila euro, ecco allora che diventa problematico organizzare anche una festa centenaria, oramai alle porte, come quella della Madonna di Buonriposo. Era da oltre un decennio, infatti, che un’amministrazione comunale non faceva ricorso alla sottoscrizione dei cittadini. “Stiamo facendo molti sacrifici per garantire quei servizi minimi essenziali – spiega Cucci – ma continuando così si rischia di cancellare una festa, che richiama persone anche da fuori provincia, in un paese dove ancora si riesce a vivere di semplicità e tradizioni. Non solo, ma se le cose non cambieranno rischiamo certamente di chiudere i battenti, non possiamo neppure approvare il Bilancio 2013”. Dichiarare il dissesto significherebbe anche aumento della disoccupazione poiché i primi a perdere il posto di lavoro sarebbero i lavoratori precari, inoltre i tributi raggiungerebbero, per i prossimi cinque anni, l’aliquota massima. Per cercare di fare cassa, intanto, sarà innalzata, forse al massimo, la aliquota Imu sulla seconda e terza casa, mentre a settembre i cittadini saranno chiamati a pagare l’acconto sulla Tares, la nuova imposta sui rifiuti. A metà settembre la Regione Siciliana dovrebbe apportare una piccola variazione di bilancio per dare una boccata d’ossigeno ai 201 Comuni con meno di cinquemila abitanti, ma a quanto pare, oltre a tagliare le Province, l’idea del Governo regionale sarebbe anche quella di accorpare i paesi sotto i 5 mila abitanti. Una tesi che troverebbe conferma all’interno della riforma delle Autonomie Locali. Calascibetta, dunque, diventerebbe una frazione geografica di Enna? Francesco Librizzi