Troina: Settimana Santa

troina-confraternita-S-SebastianoTroina. Delle manifestazioni religiose che si svolgono durante l’anno, la Settimana Santa è quella che suscita intense emozioni perché alcuni dei suoi aspetti evocano vicende molto umane nelle quali tutti, uomini e donne nel corso della loro vita, prima o poi, s’imbattono. Da lunedì a mercoledì, a turno, le 11 confraternite escono dagli oratori delle loro chiese per recarsi in processione alla Chiesa Madre per adorare il Santissimo Sacramento e per la messa. Durante il percorso dall’oratorio alla chiesa madre i confrati intonano canti in dialetto troinese della passione e della morte di Cristo. Queste funzioni che si svolgono nei primi tre giorni della Settimana Santa sono chiamate “Quarantore”. Giovedì sera, in tutte le chiese del paese, dopo la messa della Cena del Signore (In coena Domini) si espone il Sacramento. Le strade del paese, per tutta la notte, sono percorse dalla gente che si sposta da una chiesa all’altra per visitare il Sacramento conservato nei repositari. Nella parlata locale sono chiamati “sepulcri, ma non hanno nulla a che vedere con i sepolcri. Nell’immaginario popolare sono però assimilati ai sepolcri dove si va per rendere omaggio a chi non è più in vita. Ed è quello che fanno coloro che sopravvivono per ricordare quelli che sono morti.

Venerdì sera, dall’oratorio dell’arciconfraternita dei Bianchi, in piazza Conte Ruggero si muove la solenne e silenziosa processione del Venerdì Santo, che ha tutte le caratteristiche di un umano, molto umano, corteo funebre con la statua del Cristo morto nell’urna accompagnato dalla statua della Madonna Addolorata avvolta in un manto nero in segno di lutto. Entrambe le statue sono portate a spalla per le vie del paese. Durante percorso, che non è breve, la processione fa soste più o meno lunghe in alcuni punti. Davanti la chiesa del Carmine, la sosta è più lunga a ricordare che una volta la processione partiva propria da questa chiesa. Nella tarda serata, la processione ritorna alla Chiesa Madre. Nella mattinata di domenica, le confraternite si danno appuntamento nei rispettivi oratori da dove si muovo in processione i confrati con addosso il saio bianco e la mantellina dai colori vivaci, che sono diversi per poter distinguere le confraternite. E’ la processione dell’incontro del Cristo Risorto con la Madonna nella piazza Conte Ruggero davanti la Chiesa Madre nella tarda mattinata di domenica di Pasqua. La processione con la statua della Madonna Addolorata, preceduta da alcune confraternite, si muove dalla chiesa San Nicolò a Scalforio, mentre la statua del Cristo Risorto, preceduta da altre confraternite, si muove dalla chiesa Santa Lucia. Dopo l’incontro, nelle prime ore del pomeriggio, le due statue sono portate in processione nella chiesa Santa Lucia. 

In occasione della processione del Cristo Risorto della domenica di Pasqua a quanti fanno delle offerte in denaro o di altro genere vengono dati in cambio dei santini che riproducono la statua del Cristo Risorto. Le immaginette riportano il nome dello scultore che ha realizzato la statua. Il nome è quello di Filippo Quattrocchi di Gangi al quale è attribuita anche la statua del Cristo Risorto custodita a Caltanissetta. A leggere le pagine del libro “Tesori d’Arte nella Terra di Cerere” curato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Enna, dedicate a Troina, deve essere corretta la scritta riportata in basso ai santini del Cristo Risorto, là dove si legge che  la statua è opera del Quattrocchi. Il motivo lo spiega Basilio Arona, che ha scritto la scheda sulla statua del Cristo Risorto contenuta nel libro della Soprintendenza di Enna: “Non tutti sanno che dietro il bel manto color porpora del Cristo di Troina, all’altezza della coscia, si trova ben delineata, ben leggibile, e ripetuta due verticalmente, la data 1731. Filippo Quattrocchi nacque l’8 ottobre 1734 da Gandolfo Quattrocchi e da Rosalia Nicosia”. Il confronto di queste due date rende inattendibile la tradizione che attribuisce a Filippo Quattrocchi la statua del Cristo Risorto di Troina. La statua fu realizzata prima che nascesse il Quattrocchi. A sostegno della sua tesi cita anche il libro di Salvatore Farinella dal titolo “Filippo Quattrocchi Gangitanus Sculptor. Il senso barocco del movimento”, pubblicato nel 2004. Ne libro sono catalogate le opere del Quattrocchi. La statua del Cristo Risorto di Troina non c’è nel catalogo delle opere del Quattrocchi curato da Farinella. Farinella, originario di Gangi, è un architetto che lavora nell’ufficio tecnico del Comune di Nicosia, studia da anni il Quattrocchi. Tempo fa, è venuto a Troina per esaminare la statua del Cristo Risorto attribuita al suo concittadino di tre secoli fa. Per non averla inserita nel catalogo deve avere avuto anche Farinella dei dubbi sull’attribuzione a Quattrocchi della statua del Cristo Risorto di Troina, che è conservata nelle chiesa Santa Lucia. Chi è stato, allora, a scolpire la statua? Hanno ancora un bel lavoro da fare gli storici locali per scoprirlo. Grazie ai documenti riportati alla luce da Arona, risalenti ai primi anni del ‘700, non si hanno dubbi sui committenti di questa statua, che furono: le famiglie Stazzone, Fisicaro e Lo Turco e don Antonio Cittadino, rettore della chiesa Santa Lucia.

Silvano Privitera

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