Si tratta di oltre cinquanta bambini, che alle 15,30 dalla chiesa dello Spirito Santo, vestiti da angeli, portano mestamente la croce, i chiodi, la lancia e la corona di spine fino alla chiesa Madre. Il Venerdì Santo, la congregazione del ‘crocifisso’ sovrintende al rituale, nel primo pomeriggio, nella chiesa Madre, i fedeli assistono alla solenne discesa dalla croce per compiere il ‘giro della pace’ baciando i piedi del crocifisso. Alle 21, la croce viene posta su un fercolo, chiamato “U Nunti”, portato da sessantaquattro uomini, scalzi e vistiti con il saio, fino alle quattro del mattino per le vie del paese.
Canti a cura di Pino Biondo
Nel Medio Evo e nell’Evo Moderno ad Assoro esistevano circa 20 Confraternite ed a loro era affidato il compito di trasmettere riti e canti devozionali. Oggi le quattro confraternite superstiti che confluiscono in un unico gruppo sono: confraternita del SS. Crocifisso, costituitasi nel 1589 i cui componenti per regola vanno a piedi nudi ed indossano un camice bianco; la confraternita della Madonna degli Angeli, istituita nel 1600 in seguito alla costruzione della chiesa omonima, anch’essi indossano un camice bianco; la confraternita dell’Addolorata, costituita nel 1772, i cui addetti portano una corona di giunchi sul capo ed una corda al collo in segno di penitenza; la confraternita di S. Giuseppe, costituitasi nel 1871. Il Popule meus, lo Stabat Mater, il Miserere ed altri lamenti sono eseguiti, in particolare, presso la cappella del SS. Crocifisso dove è allestito il Sepolcro. Dalla mezzanotte in poi i cantori girovagano per i quartieri di Assoro seguendo degli itinerari spontanei che li portano presso amici e familiari. Qui, nelle case, il gruppo dopo aver bagnato le corde vocali con del buon vino ed assaporato le pietanze tipiche di questo periodo, canta fino alle prime luci dell’alba.
MARIA ICCÀ ‘NA VUCI E POI SI TINNI
(Maria gettò un grido e poi si trattenne)
Rilevamento:23.01.1994 – Esecuzione vocale:prima voce solista, Nunzio Rondinella (1924); seconda voce solista, Armenio Giuseppe (1927); coro, Santo Piro (1949), Mario Di Marco (1930), Giovanni Bruno (1929), Angelo La Blunda (1926), Salvatore Chirdo (1930), Angelo Mazza (1929), basso, Sebastiano Sofia (1950).
Maria iccà ‘na vuci e poi si tinni;
Dissi: supra di mia cu cci addipenni?
Avìa un Figghiu ca mrazza 1u tinni,
Ora lu viu a la Cruci ca penni.
Figghiu di ‘ssa Cruci scinnitinni
Ca c’è la Matri to ca t’addifenni.
Mamma, binidicitimi e jtivinni
Ca lu me corpu a la Cruci pritenni.
Ti binidicu li steni e l’affanni,
li novi misi ca ‘n-senu li tinni,
Ti binidicu li steni e l’affanni
lu lucu unni nascisti a tutti banni,
Ti binidicu li stenti e l’affanni
Li chiova di la naca, oh Amuri ranni.
Quannu Maria ntisi dda nuvella
Scura si fici di quant’era bella,
Scura si fici di quant’era bella
Scurà lu suli, lu cilu e la terra!
Maria gettò un grido e poi si trattenne, disse: non dipendo da nessuno. Avevo un figlio che tenni in braccio, ora lo vedo pendere da una croce. Figlio, scendi da quella croce che c’è tua madre che ti difende. Mamma, beneditemi e andate, la croce pretende il mio corpo. Ti benedico gli stenti e gli affanni, i nove mesi che ti portai in grembo. Ti benedico gli stenti e gli affanni, il luogo dove nascesti e tutti gli altri luoghi. Ti benedico gli stenti e gli affanni, i chiodi dell’amaca, oh amore grande. Quando Maria sentì la notizia, divenne scura ma sempre tanto bella; divenne scura ma sempre tanto bella, si oscurarono sole, cielo e terra!