L’ultima restituzione di parte degli emolumenti fatta da Venturino è infatti relativa allo stipendio di febbraio. Da allora il black-out, nonostante i pressanti e ripetuti inviti fatti dai tutti i colleghi, ma sempre rimasti lettera morta. Finora Venturino ha restituito circa 13 mila euro a fronte dei circa 30 mila di tutti gli altri componenti del gruppo.
Le presunte divergenze di natura politica accampate da Venturino in una intervista pubblicata da una testata on line sono da ritenersi una foglia di fico posta a copertura di precise scelte evidentemente maturate da tempo.
Se il problema, infatti, non fosse solo, o soprattutto, di natura economica Venturino avrebbe la possibilità di dimostrarlo a noi e, soprattutto, ai cittadini, ricominciando a restituire parte del suo stipendio per alimentare il fondo del microcredito per le imprese, cui lui ha sempre detto di credere”.
Comunicato stampa Movimento 5 Stelle ARS
L’intervista rilasciataa Piero Messina dell”Espresso:
‘Grillo ora basta stare a guardare’
E’ la più alta carica istituzionale che i Cinque Stelle abbiano mai ottenuto in Italia: Antonio Venturino, vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, il parlamento più antico d’Europa, ha deciso di rompere il silenzio e attaccare i vertici del Movimento fondato da Beppe Grillo. “Ci chiamiamo movimento ma in questo momento ci distinguiamo per una incomprensibile e inaccettabile staticità”, è il primo affondo del deputato siciliano. Avvertenze per la base e per i leader: “non ho alcuna intenzione di fare uno strappo col movimento o di abbandonarlo – spiega – c’è da combattere e io lo farò. Ci saranno polemiche perchè non sono in linea contro Grillo? Sinceramente non credo sia questo il probema. Credo che le idee alla base del nostro movimento siano veramente rivoluzionarie. A Grillo va dato un merito grandissimo, ma ora che siamo dentro le istituzioni, non possiamo restare a guardare. Dobbiamo infilare le mani dentro al calderone istituzionale e dimostrare alla gente che ci ha votato come si possa fare politica attiva senza sporcarsi le mani. Se non avremo il coraggio di far questo, di passare dalla protesta alla proposta, saremo soltanto un’occasione perduta”.
Per capire quale sia la genesi del malessere di Venturino e cosa non funzioni all’interno del movimento, bisogna fare un passo indietro di sei mesi. Alle elezioni regionali in Sicilia, i Cinque stelle fanno il pieno e piazzano una pattuglia di ben quindici deputati. Saranno loro – dando la stura anche a quell’ipotesi di alleanza con il centro sinistra mai portata sino in fondo e che tutti chiamavano “modello Sicilia” – a fare da apripista per il successo elettorale del “grillini” alle politiche di febbraio. Cosa non funziona nel movimento? “Prima di tutto non capisco più se Grillo abbia una strategia politica – spiega Venturino – e nel caso ce l’avesse sarei lieto di conoscerla. C’è un fatto che mi preoccupa: non ho mai ricevuto una telefonata dal mio leader, anzi non ci ho proprio mai parlato. Da altre parti, sarebbe successo di sicuro”.
Ci sono dei passaggi che il vicepresidente del parlamento siciliano proprio non riesce a digerire. Primo: “Quando Beppe Grillo dichiara che il 25 aprile è morto, ritengo che le sue parole siano come minimo improvvide e di dubbio gusto. Le giustifico solo per il grande stress causato da quei giorni convulsi”. Cartellino giallo anche per le parole della base del movimento e di alcuni parlamentari nazionali sul Capo dello Stato. “Non ci siamo resi conto?“ dice Venturino – che il nostro comportamento nel corso delle votazioni per l’elezione del Capo dello Stato ha causato uno strappo istittuzionale molto grave. Dico la verità, se io fossi stato presente a quelle votazioni (per l’elezione del Presidente della Repubblica, l’Assemblea siciliana manda tre grandi elettori al Parlamento, Venturino non era tra questi, ndr) magari avrai iniziato col votare il nostro candidato, il professore Rodotà. Ma di fronte a uno stallo, è stato ingiusto attaccare la più alta carica dello Stato. Si può discutere e polemizzare all’infiinito sugli uomini e sulle loro prassi, ma sulle istituzioni e su chi le rappresenta è necessario riporre il massimo rispetto. Non mi è piaciuto per nulla quel che è successo”.
Oltretutto, nei primi vagiti di questa legislatura sembrava proprio che il dialogo tra il movimento di Grillo e il Partito democratico potesse decollare. “Appunto?“ replica Venturino ?€“ se avessimo preso a modello l’elezione di Laura Boldrini alla presidenza della Camera, frutto di dialogo col Pd, oggi avremmo un ruolo incisivo e Berlusconi magari starebbe all’opposizione”. L’assetto politico che sorregge l’esecutivo nazionale guidato da Enrico Letta non convince l’esponente siciliano dei Cinque stelle: “Volevamo e potevamo fare la rivoluzione e invece abbiamo consegnato il paese nelle mani di Berlusconi. Il Paese, le industrie, la gente che non arriva alla fine del mese, le imprese strangolate da tasse e dalle banche, non ci capisce più nessuno. Siamo inermi e la nostra ignavia rischia di far fare all’Italia un balzo all’indietro di venti anni. Se non cambiamo rotta rapidamente avremo tradito gli oltre otto milioni di elettori che hanno creduto in noi”.