Diritto alla salute e pace, vera, non ipocrita affermazione di un principio.
Questo chiedono le mamme che stanno organizzando comitati spontanei in tanti paesi, sulla scia del Comitato Mamme di Niscemi. Mamme capaci di interloquire con i movimenti NO MUOS e con politici e istituzioni. Mamme coraggiose che rispettano l’impegno preso con la gente: davanti ai presidi a partire dalle cinque di mattina, cambio ogni due ore perché la famiglia non va trascurata, entusiasmo e tanta socialità, scomparsa ultimamente nell’agire quotidiano ma che viene riscoperta e valorizzata nella vita dei presidi. Le madri si contattano tra di loro, fiutano i trabocchetti di chi vuole magari strumentalizzare, si organizzano, rispettando e accogliendo le “nuove” che arrivano a Niscemi, un po’ spaesate ma subito integrate nei gruppi spontanei che si riuniscono attorno al fuoco. E così Niscemi chiama Piazza Armerina, Enna invita Niscemi, Caltagirone e Piazza Armerina concordano iniziative e scambi nelle proprie città: gli eventi, a partire dall’otto marzo, sono innumerevoli, e ci scusiamo se non li citiamo tutti a dovere. Avremo sicuramente tante altre occasioni per darne notizia. Oggi, otto marzo, siamo tutte fieramente unite idealmente alla ragazza, madre di tre figli, che è finita in ospedale per eseguire ciò che tutte assieme, anche con i movimenti NO MUOS, avevamo concordato: attività di controllo dal basso di chi e cosa entra nella base militare di Niscemi per affermare il rispetto della decisione del parlamento e del governo regionale di sospensione dei lavori del MUOS. Il governo italiano, in tutte le sue articolazioni, deve tener conto della volontà popolare e di chi ha ricevuto il mandato di rappresentarla. Non può non rispettare “la sovranità che appartiene al popolo”. Le mamme, con gli attivisti, sono ogni giorno lì, lontane da casa, a ricordarlo a una nazione intera.
Antonella Santarelli