Valguarnera. Uno spiraglio di luce per gli oltre 80 dipendenti + 40 dell’indotto, della Giudice SpA, l’industria manifatturiera che opera nel campo del tessile, costretta giorni fa a collocare i lavoratori in ferie forzate, a causa della crisi che attanaglia da tempo l’intero settore. Uno spettro che rischiava, se non si fosse trova una soluzione nell’immediato, di avere gravi ripercussioni sociali sul distretto territoriale e sull’economia locale. Ieri pomeriggio nell’incontro tra le organizzazioni sindacali, CGL- CISL e UIL e l’azienda una piccola svolta che fa ben sperare, visto che c’è la piena volontà nel management imprenditoriale di continuare l’opera svolta da oltre 40 anni. “Le parti –recita la nota- dopo ampio e costruttivo confronto hanno convenuto di individuare nel contratto di solidarietà- con riduzione di orario e intervento degli ammortizzatori sociali- l’ipotesi più congeniale per consentire all’azienda di affrontare la situazione di difficoltà economica.” L’accordo sarà formalizzato nei prossimi giorni, ma si parla di Cassa integrazione straordinaria per un paio di mesi in attesa di nuove commesse o di nuovi eventi. “L’obiettivo –fa sapere l’Azienda è quello di ridurre l’impatto occupazionale della crisi e consentire la ripresa della piena capacità produttiva del gruppo.” L’accordo raggiunto, con la mediazione tecnica dell’Università di Catania, sarà reso operativo in tempi rapidi con piena soddisfazione delle parti. Un accordo tampone che accontenterà per il momento i 120 lavoratori, anche se non è la risoluzione di tutti i problemi. Ma meglio di niente, considerato che da qualche settimana si respira in paese aria pesante e non poteva essere diversamente. Lo spettro delle altre due aziende chiuse all’inizio del 2000 con circa 200 dipendenti, aleggia infatti come un fantasma. La Giudice confezioni è considerata un fiore all’occhiello dell’industria siciliana e nazionale che ha esportato sino ad ieri abiti da uomo in tutte le parti del mondo e come tale, contribuire al suo salvataggio è un dovere delle istituzioni.
Rino Caltagirone