Caltagirone. Giornata della memoria

Caltagirone. “Memoria Perpetua” è il titolo della mostra che, promossa dai Musei civici “Luigi Sturzo” – a cura di Domenico Amoroso, testo di Roberto Strano – si terrà da domenica 27 gennaio (appuntamento dalle 17 alle 18,30) a domenica 3 febbraio nell’ex Carcere borbonico. Sollecitati dalle suggestive fotografie realizzate da Anna Romano nel corso di una sua visita/pellegrinaggio nel campo di concentramento di Dachau, i Musei civici intendono dare un contributo alla “Memoria” della Shoah ebraica che, oltre a essere uno dei maggiori orrori concepiti da menti umane, ha finito per rappresentare tutto ciò che si propone di distruggere e annichilire ogni forma di umanità e di civiltà. “Un episodio purtroppo ricorrente nella storia degli uomini – si sottolinea dai Musei civici -, che si tende a cancellare e a rimuovere, forse non casualmente, con la non improbabile eventualità che possa ripetersi. Perciò è importante, in ogni modo e in ogni luogo, ricordare”.

Domenica 27 gennaio, su iniziativa dell’Amministrazione comunale in collaborazione con la Società calatina di storia patria e cultura e con l’associazione “Bnei Efraim”, Caltagirone celebrerà la “Giornata della memoria” secondo il seguente programma: alle 11, in via Iudeca 68, scoprimento di una lapide commemorativa in onore della millenaria presenza ebraica nel quartiere della “Madonna dei Miracoli”, per ricordare come tale presenza sia stata “di grande valore e crescita per la nostra città – sottolinea il sindaco Nicola Bonanno – sotto il profilo artigianale, commerciale e culturale sino al momento dell’ingiusta espulsione degli ebrei dalla Sicilia nel 1492”. Interverranno allo scoprimento della lapide, oltre al primo cittadino, i rappresentanti delle due associazioni; alle 11,30 canti in memoria della comunità ebraica caltagironese a cura del gruppo “Bnei Efraim”; alle 11,45 corteo da via Judeca a palazzo municipale; alle 12, nel salone di rappresentanza “Mario Scelba” del municipio, concerto dello stesso gruppo. Una particolarità sarà rappresentata dal fatto che la targa, con cui si intende consegnare alla memoria storica locale il ricordo di una comunità laboriosa, pacifica e profondamente religiosa, che un pregiudizio storico condannò a un duro esilio, sarà scritta sia in italiano, sia in ebraico antico.