Leonforte. Di Violeta Coriou, di anni 35, domiciliata a Catania, non si sa più niente dal 30 ottobre scorso. I carabinieri del comando provinciale di Enna hanno eseguito, nel corso della notte, il fermo di Giuseppe Chiavetta. E’ ritenuto responsabile di aver ucciso ed occultato il cadavere della cittadina rumena, sua ex fidanzata.
Il provvedimento di fermo del P.M. di indiziato di delitto era stato emesso con urgenza appena qualche ora prima dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Nicosia Dott.ssa Fiammetta Modica, al termine di un’attività investigativa coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica di Nicosia Fabio Scavone, che è iniziata nella giornata del 24 novembre e che è stata condotta ininterrottamente per ben sette giorni nelle province di Enna e Catania da tutto il personale del Comando Provinciale incaricato delle indagini.
Nella giornata del 24 novembre scorso al Comando Stazione di Leonforte è giunta infatti una segnalazione relativa alla denuncia di scomparsa della cittadina rumena Violetta Coriou di anni 35 che dalla fine del mese di ottobre non aveva più dato notizie di se.
Il Comando Stazione di Leonforte era stato interessato da tali accertamenti sulla suddetta scomparsa in quanto la donna era stata, fino ad un anno fa circa, fidanzata con Giuseppe Chiavetta, decidendo poi di interrompere, per qualche motivo, tale relazione.
Il suo attuale fidanzato, originario della provincia di Catania, ne aveva segnalato la scomparsa ai carabinieri del suo paese solo verso il 15 novembre, ma il fatto che la donna aveva preannunciato di volersi recare in Romania non aveva fatto sorgere, inizialmente, tra i suoi pochi amici e conoscenti, ulteriore allarme o preoccupazione.
Dopo qualche settimana però, non potendosi ulteriormente spiegare il fatto che la donna non rispondeva a nessuna chiamata sul cellulare e che la famiglia in Romania aveva confermato che la loro congiunta non era mai giunta da loro, ha determinato la presentazione di parallele denunce di scomparsa che hanno portato, in ultimo, i carabinieri di Leonforte a convocare in caserma l’ex fidanzato Giuseppe Chiavetta.
Le dichiarazioni che l’uomo ha inizialmente rilasciato evidenziarono immediatamente che lo stesso tendesse a non far emergere che giorno 30 ottobre la donna era stata tutta la giornata con lui proprio a Leonforte, dichiarando in ultimo che era venuta lei stessa a trovarlo, con il pullman da Catania, per “fargli una sorpresa”.
Le dichiarazioni rese dal Chiavetta, che faceva da parte sua risalire l’incontro con la donna al 15.10.2012 circa (e non al 30.10.2012), hanno fatto emergere che lo stesso agli inizi del mese di novembre aveva provveduto a portare presso un autodemolitore del luogo, la sua unica autovettura, una Fiat Punto di colore amaranto che il predetto, peraltro, teneva maniacalmente curata.
Il controllo di tale auto, che il Chiavetta voleva far demolire e che per puro caso era rimasta ancora integra presso il deposito dell’autodemolitore, evidenziò che l’auto mancava del sedile passeggero, del sedile posteriore e del pannello dello sportello destro e che addirittura il fondo dell’auto, dal quale era stata strappata la moquette, era stato verniciato grossolanamente con una bomboletta spray di colore rosso. Chieste spiegazioni delle assolutamente anomale condizioni dell’auto, il Chiavetta dichiarò che la stessa era stata ridotta così da ignoti ladri nelle settimane precedenti. Di tale fatto non aveva però stranamente sporto alcuna denuncia, non riuscendone pertanto a spiegarne i motivi.
Prendeva a quel punto corpo il terribile sospetto che Giuseppe Chiavetta potesse avere a che fare con la sparizione della donna, in quanto era stato l’ultimo ad averla vista e che la sua auto era stata ridotta in quelle condizioni dallo stesso al verosimile fine di poter cercare di occultare o distruggere evidenti tracce che avrebbero potuto immediatamente far comprendere se qualcosa di violento era accaduto all’interno della stessa.
L’auto ed il garage dove il veicolo era stato parcheggiato in precedenza venivano posti pertanto sotto sequestro.
Veniva a quel punto avviata una complessa indagine con la ricerca e la raccolta delle testimonianze di tutte le persone che su Enna e Catania avevano visto o conoscevano la Violeta Coriou. Tutte le persone interrogate confermavano che il Chiavetta, un tempo fidanzato di Violeta, era stato molto geloso e non aveva mai sopportato il fatto che la stessa avesse voluto interrompere, circa un anno fa, il loro fidanzamento.
Malgrado le ricerche condotte sulle strade e su tutto il territorio delle campagne di Leonforte e zone limitrofe, nessuna traccia si è ottenuta della donna scomparsa.
Nel frattempo venivano acquisiti i risultati dei tabulati telefonici della Coriou e del Chiavetta, tabulati che hanno completamente smentito il primo racconto fornito dall’uomo. I predetti infatti sono risultati essere stati assieme fin dalla prima mattinata del 30 ottobre fino al pomeriggio quando improvvisamente il telefono cellulare della donna ha “smesso di funzionare”.
Sotto le direttive dell’A.G. costantemente informata dello sviluppo delle indagini, nella mattinata di ieri 29 novembre il personale del R.I.S. Carabinieri di Messina e della Sezione Investigazioni Scientifiche di Enna hanno pertanto effettuato un laborioso intervento presso il garage e sull’auto posta sotto sequestro alla presenza del difensore di fiducia del Chiavetta.
Nel tardo pomeriggio le indagini scientifiche condotte dal personale del RIS hanno dato il loro terribile iniziale responso: l’auto dell’uomo, benché privata dei sedili e di gran parte della tappezzeria presentava ancora su tutta la superfice del l’abitacolo numerose tracce di schizzi sangue.
Le prove raccolte sono diventate a questo punto totalmente convergenti ed univoche tanto che, pur in assenza del rinvenimento del corpo della donna, è apparso ormai chiaro che il Chiavetta aveva certamente ucciso la stessa e ne aveva successivamente occultato il corpo nelle campagne oppure in qualche altro al momento sconosciuto luogo inaccessibile.
Nel corso della notte la Procura di Nicosia, ricevendo l’esito di tali ultime febbrili indagini, compresa l’ultima fatale attestazione da parte del R.I.S. che le tracce di sangue rinvenute sull’auto e su alcuni oggetti presenti nel garage appartenevano senz’altro ad una donna, considerate tutte le altre prove raccolte al carico del Chiavetta, ne ha ordinato l’immediato fermo, operato alle successive ore 3.
Il Chiavetta, benché messo davanti a prove che gli inquirenti ritengono assolutamente certe, ha continuato a negare di avere a che fare con la scomparsa dell’ex fidanzata, non riferendo alcuna spiegazione in ordine alle tracce di sangue trovate sulla sua auto che egli, dopo averla privata dei sedili e della tappezzeria, aveva cercato di distruggere attraverso la rottamazione, fortunatamente senza riuscirvi.
Al termine delle operazioni di rito il Chiavetta è stato condotto presso la Casa Circondariale di Nicosia a disposizione di quella Procura della Repubblica.
Sono tutt’ora in corso le ricerche del corpo della donna. Le stesse si preannunciano al momento notevolmente difficoltose in quanto il Chiavetta potrebbe averne occultato il cadavere in una vasta zona di campagna del raggio di diverse decine di chilometri in un territorio caratterizzato, peraltro, da miniere, cave, dighe e pozzi artesiani.
Si ringrazia per il contributo fotografico il Luogotenente dei Carabinieri Vincenzo Spinò