Valguarnera. L’ex carcere sarà adibito a museo comunale
Valguarnera - 18/11/2012
Valguarnera. Era stato inaugurato in pompa magna la mattina del 19 gennaio 2008 alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose con la scopertura addirittura di una lapide, ma è come se tutto fosse stato un bluff, una trovata elettoralistica. Il museo civico di piazza colonnello Tuttobene ancora oggi a distanza di quasi 4 anni deve aprire i battenti e chissà quando succederà. Un iter iniziato nel 93’ e ancora non conclusosi. E i tempi non saranno brevi ha detto pochi giorni fa la sovrintendente di Enna Fulvia Caffo. Che ci fu in quell’inaugurazione qualcosa di paradossale, come in una commedia pirandelliana lo intuirono in molti, visto che la struttura dell’ex carcere borbonico era completamente spoglia di gioielli archeologici e cimeli storici che dovevano rappresentare il patrimonio storico della città. Si disse che dopo qualche settimana doveva rimanere chiuso per un pò per dei piccoli lavori già programmati, in modo da riaprirlo più splendente che mai con i bellissimi reperti archeologici di inestimabile valore. Ma nulla di tutto ciò. Un tipico esempio di storia di Sicilia intrisa si di colore e folclore ma anche di comicità ed amarezza e questa è propria una vicenda amara per la città. Due giorni fa c’è stato l’ennesimo sopralluogo della soprintendenza di Enna presenti la soprintendente Fulvia Caffo e l’architetto Santalucia mentre per il Comune c’erano il sindaco Leanza e l’assessore al ramo Eleonora Draià. Splendide le sale, munite di scaffalature adeguate, illuminate di tutto punto con la videosorveglianza in perfetto stato, ma di cimeli e reperti neanche l’ombra. Faceva impressione come una struttura del genere che per essere adeguata erano state spese somme non indifferenti, rimanga ancora chiusa nell’oblio dei tempi. L’imbarazzo nell’aria, era evidente, si tagliava a fette, non c’era infatti una spiegazione razionale a tutto ciò. E intanto i reperti e i cimeli storici, si parla di circa mille, continuano ad essere custoditi nei magazzini del Comune e della stessa soprintendenza: “Occorrono una serie di adempimenti burocratici- dichiara la sovrintendente- Innanzitutto lo statuto che deve essere valutato dalla soprintendenza dal punto di vista normativo e poi essere approvato da un comitato regionale che dovrà assegnare al museo una categoria specifica; occorre un regolamento e la convalida da parte del CNR di Catania e della Scuola di specializzazione beni archeologici. Non siamo noi ma il Comune a provvedere a ciò, affinché il museo possa avere il riconoscimento della regione.” Per i tempi di realizzo la dottoressa Caffo non si è voluto affatto sbilanciare. E non sembrano brevi. “ I tempi –riferisce- non dipendono solo da noi, le condizioni ci sono, la struttura è efficiente, ora bisogna bene incastrare i puzzle e terminata la fase burocratica, subito dopo la palla passerà alla regione che dovrà fare una convenzione col Comune per l’assegnazione dei reperti in comodato d’uso temporaneo”. Il sindaco Leanza:“Abbiamo già formalizzato gli atti e quant’altro c’era da fare sia alla sovrintendenza che alla regione, aspettiamo solamente i relativi visti per l’apertura. I tempi non potranno prolungarsi all’infinito, la città chiede certezze e tempi celeri”. E intanto martedì presso la soprintendenza ci sarà la visione dei reperti che dovrebbero essere esposti, e questa è già una buona notizia.
Rino Caltagirone