I periti sostengono che la morte della bambina nel grembo materno, avvenuta il 28 aprile dello scorso anno presso il reparto di Ginecologia dell’Ospedale Umberto I di Enna è stata una disgrazia incolpevole, ma i genitori di Piazza Armerina insistono ed hanno chiesto ed ottenuto dal PM un supplemento di perizia sul cadavere della neonata. Ancora un’ulteriore supplemento di indagine, nonostante le conclusioni dei periti che hanno accertato che il decesso è stato provocato da un’asfissia prenatale, provocata dall’attorcigliamento del cordone ombelicale al collo, scagionando di fatto i due medici, che la Procura, in base alla denunzia dei genitori, aveva iscritti sul registro degli indagati. Le conclusioni della perizia sono state elaborate dal consulente del pm Marco Di Mauro, un medico legale, che si è avvalso della collaborazione di un esperto ginecologo e un anatomopatologo. La relazione presentata si è basata anche sull’esame dei reperti istologici, della placenta e dei campioni prelevati durante l’autopsia. La famiglia della donna, in sostanza, adesso ha presentato nuovi interrogativi ai periti. E per questo il pm ha inoltrato questi quesiti supplementari ai consulenti. Intanto la famiglia, che è assistita dall’avvocato Fabio La Licata, ha presentato un esposto per indagare sullo stato di conservazione del feto, dopo il parto e prima che fosse eseguita l’autopsia. Non è chiaro se il tempo che è intercorso tra la morte della bambina e il giorno in cui fu eseguito l’esame abbia provocato qualche difficoltà ai consulenti, quindi l’indagine continua. I due medici indagati sono difesi dagli avvocati Giovanni Palermo, Giuliana Conte e Patrizia Di Mattia. L’iscrizione sul registro degli indagati è stato un “atto dovuto”. La puerpera soffriva di ipertensione, era stata sottoposta sia presso l’ospedale Chiello che presso l’ospedale Umberto I a controlli e tracciati per monitorare le condizioni della piccola nei giorni che precedettero il parto e sino ad un certo momento le risposte erano state positive, poi nell’eseguire l’ultimo tracciato era stato consigliato di rimanere in ospedale sotto osservazione, nell’ultimo controllo non si sentiva più il battito per cui fu deciso di procedere al parto indotto, ma la bambina era già morta.