Palermo. Teatro delle ombre di Bali
Enna-Cronaca - 20/10/2012
Il Wayang Kulit è il teatro tradizionale delle ombre balinesi e costituisce una delle forme più antiche del teatro di figura. Esso mantiene ancora oggi un indiscutibile carattere sacro, come testimonia il fatto che le perfomances siano tradizionalmente organizzate in occasione di cerimonie festive, richiamando un ampio e variegato pubblico. Nella simbologia dello spettacolo Wayang Mahabharata è possibile poi individuare una rappresentazione microcosmica dell’universo all’interno della quale il dalang, ovvero il maestro delle ombre, è il creatore che, come dio fa con gli uomini, conferisce vita alle sagome; il kelir, ovvero lo schermo, simboleggia il cielo; la lampada dietro lo schermo è il sole; infine, il gedebog, ovvero il tronco di banano su cui vengono fissate le ombre dei personaggi fissi sulla scena simboleggia la terra. La musica suonata dal gamelan rimanda alle diverse fasi della vita umana.
Il Wayang Kulit permette di instaurare un legame tra antico e moderno, tra la filosofia universale dei poemi epici indiani – che costituiscono il repertorio tradizionale di questa forma di teatro – e il presente attraverso la fusione di dramma, improvvisazione e ironia.
Wayang Mahabharata
Il preludio è musicale per facilitare al dalang – che intanto sceglie le marionette (wajang) che saranno protagoniste dello spettacolo – e agli spettatori il processo di transizione dalla quotidianità al mondo delle ombre.
L’episodio narra la storia dei cinque fratelli Pandawa, costretti all’esilio dai perfidi cugini Kurawa che fondano il loro dominio sulla corruzione e sull’inganno. Arjuna, il terzo dei cinque fratelli, per riscattare la famiglia e il popolo, decide di intraprendere un viaggio – insieme a due fedeli servitori – sulla cima della più alta montagna dell’Himalaya per ottenere dagli dei la spada magica Pasupati. Nel tragitto incontreranno vari animali che si esibiscono in versi, danze, lotte. Scalando la montagna si rifugiano in una grotta che appare loro come il luogo ideale per iniziare la meditazione. Intanto il re dei demoni Niwatakawacha lancia la sua sfida agli dei: vuole sposare la ninfa celeste Supraba, creata da gemme e minerali preziosi, simbolo dell’armonia e della bellezza. Solo un eroe dal cuore puro può salvarla e Indra – re degli dei – lo individua in Arjuna mettendolo subito alla prova. Niwatakawacha su tutte le furie ordina al suo primo ministro – Momosimoka – di scovare e uccidere Arjuna. Comincia la caccia: Momosimoka si trasforma in cinghiale e scuote con violenza la montagna sacra. Arjuna si desta dal suo stato meditativo, si arma del suo arco e scocca una freccia che ferisce mortalmente il terrificante animale. In realtà è stato fondamentale l’intervento del dio Siva che, sotto le sembianze di cacciatore, sfida Arjuna per metterlo ulteriormente alla prova. Durante il combattimento, constatandone il valore e la purezza d’animo, gli si rivela nella sua divinità, lo rende partecipe della incombente minaccia e gli ordina di lottare anche a costo della vita contro il nemico Niwatakawacha. Per riuscire in questa eroica impresa gli fa dono dell’arma divina dai poteri soprannaturali: Pasupati.
I Wayan Wija è il dalang più famoso di Bali. Il suo lavoro rispecchia la magica combinazione tra la profonda conoscenza della tradizione, l’impegno nel mantenerla viva, la capacità di rinnovarla. Ha creato marionette per le storie indiane Panchatantra dando vita a un nuovo tipo di Wayang – Wayang Tantri -, ha sperimentato nuove forme di spettacolo in cui si prevede l’utilizzo di lampade alogene per proiettare ombre, danzatori e diapositive su uno schermo gigante, ha collaborato con artisti occidentali in progetti di rilettura del teatro delle ombre balinese. Studioso dell’arte del Wayang Kulit dall’età di undici anni, si inserisce con i suoi spettacoli in un panorama internazionale: America, Giappone, Canada, Europa, Australia, partecipando ai festival più prestigiosi. Nel 1996 ha ricevuto un riconoscimento dal Ministro di Cultura ed Educazione indonesiano.
Dalang I WAYAN WIJA
Nato a Bali nel 1952 il dalang o maestro delle ombre I Wayan Wija è diventato una delle figure più prominenti nel campo dell’ arte del Wayang Kulit o Teatro Delle Ombre Balinese. Studioso dell’arte del Wayang Kulit Dall’ eta` di undici anni, nel corso della sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti sia all’estero che in Indonesia, tra cui l’ambito Piagam Hadiah Seni‰ dal Ministro di Cultura e Educazione indonesiano.
I Wayan Wija si inserisce con i suoi spettacoli in un panorama internazionale, prendendo parte a numerosi Festival, a eventi culturali organizzati all’interno di università e a rassegne.
La sua partecipazione è stata richiesta diverse volte in Europa, negli Stati Uniti d’ America, in Canada, in Giappone , in India, in Australia. Il suo impegno nel diffondere la conoscenza dell’arte del Wayang Kulit e` testimoniato dalla sua presenza all’estero non solo come artista, ma anche dai numerosi stage e incontri-dibattito che ha tenuto all’interno di prestigiosi eventi e istituzioni come il Teatro La Fenice di Venezia, il
Museo Internazionale delle Marionette di Palermo, Il Festival organizzato da „Jim Hendson Foundation‰, Il Festival mondiale delle marionette UNIMA e molti altri.
Oltre a mantenere viva la tradizione presentando spettacoli del Wayang Mahabharata e Wayang Ramayana, Wayan Wija ha creato marionette per le storie indiane Panchatantra dando vita a un nuovo tipo di Wayang: Wayang Tantri. Il Wayang Tantri ha riscosso un così grande successo da essere riconosciuto come parte integrante della tradizione del teatro delle ombre balinese. La sua curiosita` l’ha spinto ad esplorare anche campi piu` lontani dalla tradizione. I progetti da lui portati avanti sono svariati: la creazione di marionette giganti (dinosauri), l’ uso di lampade allogene per proiettare ombre di marionette e danzatori su uno schermo gigante, la collaborazione con artisti occidentali in progetti di rilettura del teatro delle ombre balinese. L’ultimo progetto di I Wayan Wija è la ricreazione di tutti i caratteri tradizionali usando specchi flessibili che proiettano ombre bianche dai movimenti straordinariamente vivi e magici. Cio` che rende unico il lavoro di Wayan Wija e` la conoscenza profonda che ha della tradizione, il suo impegno nel mantenerla viva e la sua capacità di rinnovarla ed arricchirla.