Il cambio societario, ormai certo e da definire solo in piccoli particolari, ha riportato un’aria nuova intorno all’Enna, un entusiasmo ridato da Gaetano Spitale che in questi giorni ha dato una spinta decisiva alla trattativa. In queste ore c’è un gran fermento per ridisegnare la nuova Enna Calcio, dalla società alla squadra. Definito il cambio di proprietà, non resta che pensare a rinforzare una rosa obiettivamente debole e non in grado di competere con molte squadre nonostante il girone C di Promozione resta di livello scadente. È opinione generale che basterebbero alcuni innesti per portare i gialloverdi nei quartieri alti della classifica. Da martedì l’organico dell’Enna si arricchirà di nuovi giocatori, alcuni dei quali sono volti conosciuti; altri se ne aggiungeranno alla riapertura delle liste a dicembre. L’arrivo di una nuova società ha reso la piazza ennese di nuovo appetibile a diversi giocatori che hanno contattato i dirigenti per dare la loro disponibilità. L’obiettivo primario di Spitale e del tecnico Vittorio Privitera è quello di arrivare all’apertura del mercato con qualche punto in più in classifica anche se non sarà facile. Gli ennesi ci proveranno già domani nella trasferta in casa della Pistunina pur sapendo che si è in emergenza.
Per Spitale, intanto, è arrivato il primo boccone amaro perché la Commissione Disciplinare ha rigettato il ricorso per la punizione della gara persa per 0-3 contro il Real Giarre per aver schierato un giocatore – Nicola Massaro – non tesserato. L’ormai ex presidente Peppino Cannarozzo aveva presentato ricorso contestando la decisione e sostenendo il calciatore era regolarmente tesserato. A prova della tesi fu prodotta la necessaria documentazione che conteneva però solo la richiesta del tesseramento di Cicirello e Mandura, ma non quella del calciatore Massaro; la Commissione, anzi, ha rilevato “alterata la copia inviata a questa CDT che contiene anche il nominativo del calciatore Massaro”. Per questo motivo Cannarozzo rischia una lunga squalifica, mentre il reclamo è stato rigettato e con la conseguenza che la società dovrà pagare la tassa di 130 euro.