Il Questore di Enna, Ferdinando Guarino, ha emesso il D.A.S.P.O. nei confronti del giocatore dell’ASD PICANELLO che il 7 ottobre u.s. si è reso protagonista di comportamenti violenti sul terreno di gioco del campo sportivo di Valguarnera. Come è noto, i fatti che hanno dato luogo al provvedimento questorile hanno destato un certo clamore in tutta la Provincia, oltre ad aver avuto una consistente eco sugli organi di stampa.
In particolare, in data 7 ottobre 2012, presso lo stadio comunale “Sant’Elena” di Valguarnera Caropepe, era in programma l’incontro di calcio tra ”A.S.D. Valguarnerese”, squadra locale, e “Picanello”, formazione di Catania, valevole per il campionato regionale dilettanti di Promozione – Girone “F”.
Al 12° minuto del primo tempo, subito dopo la notifica del provvedimento disciplinare di espulsione del capitano della squadra del “Picanello” da parte del direttore di gara, l’atleta, nell’abbandonare il terreno di giuoco, recandosi verso la panchina della “Valguarnerese”, sferrava un pugno al volto dell’allenatore avversario, Giuseppe Tudisco, che perdeva l’equilibrio e cadeva a terra.
Il gesto provocava la reazione dei giocatori locali contro quelli del “Picanello”.
L’arbitro era costretto ad espellere, per le numerose intemperanze, molti giocatori.
La gara, sia per le numerose espulsioni, che per evitare ulteriori provvedimenti e reazioni, veniva definitivamente sospesa dall’arbitro.
L’intervento immediato dei militari dell’Arma presenti sul posto e, successivamente, in ausilio, dei sopraggiunti agenti della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, evitava conseguenze ulteriori.
Il calciatore, con il suo gesto, oltre a scatenare la forte reazione di quasi tutti i tesserati presenti sul campo e dei tifosi che hanno invaso il terreno di giuoco, ha messo in forte pregiudizio l’ordine e la sicurezza pubblica.
La giustizia sportiva ha inflitto pesanti sanzioni nei confronti dei suddetti tesserati e delle rispettive Società calcistiche, in particolare al capitano della squadra ospite, comminandogli 5 giornate di squalifica, “per atto di violenza nei confronti di un avversario, nonché per avere colpito con un violentissimo pugno ad uno zigomo un tesserato avversario, dopo l’espulsione”.
Il solo repentino intervento delle FF.OO., infatti, ha evitato gravi conseguenze.
Per quanto sopra rappresentato, e, sulla base del contenuto dell’informativa redatta per l’A.G. dalla Stazione Carabinieri di Valguarnera Caropepe, il Questore di Enna si è determinato per l’applicazione del divieto di accedere alle manifestazioni sportive per 5 anni, limite massimo temporale previsto dalla norma, aggravato dall’obbligo, ex art. 6, comma secondo, della legge 13.12.1989 n. 401, di comparire presso il Commissariato di P.S. competente per territorio al 20° minuto di ogni tempo allorché si disputa un incontro dell’ASD PICANELLO.
Il G.i.p. presso il Tribunale di Enna, dott.ssa Elisabetta Mazza, letta l’istanza del p.m. dott. Marco Di Mauro, cui è stata inoltrata la richiesta del Questore, ha convalidato il provvedimento emesso nei confronti del giocatore C. S., inibendogli, per cinque anni, l’accesso ai luoghi ove si svolgono competizioni calcistiche della dell’ASD PICANELLO e, in generale, del Campionato Nazionale Dilettanti.
La funzione di tali prescrizioni è quella di assicurare l’osservanza da parte dell’interessato del provvedimento di divieto di accesso alle manifestazioni sportive, precludendo al soggetto sottoposto a Daspo la possibilità di presentarsi o avvicinarsi allo stadio o negli altri luoghi specificatamente indicati, durante lo svolgimento delle competizioni sportive per le quali è disposto il provvedimento.
Questa prescrizione non ha valenza eminentemente amministrativa, come il divieto di accesso allo stadio non aggravato, ma costituisce una limitazione della libertà personale e deve pertanto essere convalidata dal gip del luogo dove ha sede la questura che ha emesso il Daspo.
Con questo provvedimento si vuole ripristinare non solo la condizione ottimale dell’ordine e della sicurezza pubblica, ma anche del vivere civile, riaffermando che lo sport, strumento straordinario per veicolare i valori sociali positivi della competizione sportiva, della lealtà, e del rispetto dell’avversario, non può certo costituire una vetrina per la commissione di atti violenti e di intemperanze.
La violenza si pone, infatti, in contrasto con l’importante funzione di aggregazione dello sport, e del calcio in particolare, per i giovani che, altrimenti, potrebbero “perdersi” per strada.