Lo stesso Presidente Tonino Palma, aveva annunciato, qualora fosse perdurata questa situazione nel completo disinteresse delle istituzioni, il ritiro della CNA dai vari tavoli di concertazione, dagli osservatori e dai protocolli istituiti contro l’illegalità, l’usura ed il racket, ai quali partecipano le stesse banche che stanno dando il colpo di grazia alle imprese.
Al Prefetto è stata rappresentata la situazione di estrema gravità che stanno vivendo le imprese, che in un periodo di crisi come questo, in cui si registra un vertiginoso calo delle commesse e dei consumi, con la conseguente mancanza di liquidità, si trovano a dover fronteggiare da un lato un’agenzia delle entrate che non sente ragioni, applica gli studi di settore come una mannaia sulle imprese, imputando loro, molto spesso, redditi presunti mai realizzati, dall’altro le banche che non consentono di poter far fronte a questa situazione di difficoltà impedendo l’accesso a quel minimo di credito che potrebbe consentire loro di arginare lo stato di disagio e temporeggiare in attesa di un miglioramento della situazione generale.
Il Prefetto si è immediatamente reso conto della gravità della situazione e del rischio che gli sforzi prodotti da istituzioni e parti sociali per arginare fenomeni di illegalità, possono essere vanificati dall’atteggiamento di alcune banche che, pur aderendo alle iniziative della prefettura, pur sottoscrivendo protocolli e accordi, pur partecipando ad osservatori e commissioni varie contro l’usura, nei fatti non rispettano gli impegni ed eludono quelle norme emanate a sostegno delle imprese in crisi di liquidità.
Il Prefetto, sentite le ragioni dei rappresentanti della CNA e dell’Unifidi, ha garantito il proprio interessamento immediato segnalando all’ABI le banche inadempienti, intervenendo sulle banche che hanno mostrato disponibilità a consentire alle imprese di poter accedere al fondo antiusura, sollecitandole ad effettuare una istruttoria tempestiva e celere che non penalizzi ulteriormente le imprese che attendono ormai da mesi ed ha garantito anche un intervento nei confronti della direzione dell’Agenzia delle Entrate e dell’Osservatorio Regionale, affinchè vengano tenute in debita considerazione le controdeduzioni delle imprese all’atto dell’applicazione degli studi di settore e affinchè vengano avviate le procedure per una corretta revisione degli indici, in modo che possano rispecchiare meglio la situazione di crisi delle imprese e la eccezionalità del momento.
Abbiamo apprezzato anche la disponibilità del Prefetto ad intervenire nei confronti dell’Agenzia delle Entrate affinché vengano messe in atto tutte le misure per evitare che il rapporto tra contribuenti e fisco venga vissuto come una ulteriore minaccia a danno delle imprese e gli studi di settore non diventino un ulteriore sistema di accertamento che lascia poco spazio alle ragioni delle imprese.
Da parte nostra, ci siamo resi ulteriormente disponibili a collaborare per rendere efficaci tutti gli strumenti messi in campo per aiutare le imprese e per arginare qualsiasi ricorso a soluzioni che non siano perfettamente legali, sapendo bene che ognuno deve fare la propria parte e che non ci possono essere alibi per nessuno, perché la posta in gioco è la sopravvivenza stessa delle imprese”.