L’Associazione culturale Antonio Gramsci sta organizzando l’incontro-dibattito sul tema “Crisi economico-finanziaria attuale” con il prof. Giuseppe Amata, economista, docente presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Catania, che si terrà venerdì 8 giugno 2012, alle ore 17.00, nell’aula magna dell’IISS Ettore Majorana, via Aldo Moro, n. 147, Troina. La crisi economico-finanziaria nella quale siamo immersi si è manifestata inizialmente nell’estate del 2007. Ha avuto un lungo periodo di maturazione iniziato nei primi anni ’80 del Novecento ed è stata preceduta da ripetute crisi, di minore portata di quella attuale e localmente devastanti, in diversi paesi del mondo. La causa immediata della crisi economico-finnaziaria attuale va ricercata nello sviluppo di un sistema finanziario basato sul debito pubblico e privato. Dal 1980 in poi c’è stata la finanziarizzazione dell’economia mondiale. Sono cambiati i criteri guida dell’azione economica: la produzione di merci per mezzo di merci è stata sostituita dalla produzione di denaro per mezzo di denaro e dalla creazione di denaro dal nulla per mezzo del debito. L’accelerata finanziarizzazione dell’economia ha modificato il rapporto tra il volume degli attivi finanziari complessivi e Pil: nel 1980 il valore degli attivi finanziari globali era di 27 trilioni di dollari pari al Pil mondiale, nel 2007 il valore era di 241 trilioni di dollari quattro volte il Pil mondiale di 54 trilioni di dollari. La maggior parte di questi attivi finanziari è stata creata dalle banche del mondo concedendo prestiti che erano utilizzati per acquistare titoli finanziari o immobili nella prospettiva di un aumento del loro valore e inventando titoli finanziari come le Cdo, i Cds e gli Abs per trasformare i crediti in titoli commerciabili. La crescita di questi titoli finanziari è avvenuta in maniera incontrollata ed abnorme al punto tale che il loro valore non riescono a valutarlo né chi li emette né chi li acquista. Il sistema finanziario ombra creato dalle banche al di fuori di ogni controllo pubblico va in frantumi, quando gli investitori istituzionali hanno cominciato a rifiutare questi prodotti finanziari e i creditori cominciarono a diventare insolventi. Per impedire che il crollo del sistema finanziario globale, intervengono gli Stati a suon di trilioni di dollari e di euro a salvare le banche, che sono le principali responsabili della crisi economico-finanziaria attuale. Per recuperare risorse da destinare al salvataggio delle banche, gli Stati adottano misure si contenimento e riduzione della spesa pubblica dagli effetti recessivi che si scaricano sui ceti medi e i lavoratori dipendenti. Non sarebbe avvenuta facilmente la finanziarizzazione dell’economia senza l’apporto decisivo dell’ideologia neoliberale, che ha operato fin dalle origini come una dottrina politica travestita da teoria economica. Il neo liberalismo è stato lo strumento ideologico della controffensiva politica della destra neoconservatrice diretta a cancellare le conquiste sociali ottenute dalle classi lavoratrici nel trentennio successivo alla fine della Seconda guerra mondiale. In forza dell’efficace controffensiva del neoliberalismo, i diritti del lavoro, le condizioni in cui si svolge, i sistemi di protezione sociale e le pensioni hanno compiuto un balzo indietro nel corso di una generazione. Sono stati compressi i redditi da lavoro e sono cresciute a dismisura le diseguaglianze sociali.
Silvano Privitera