Finanziamento che stava per andare a monte, come si legge sulla lettera aperta della Confraternita San Rocco, promotrice del progetto di restauro, proprio perché “L’essersi attivati per la salvaguardia di un bene comune ha scatenato, purtroppo, delle reazioni piuttosto fervorose e di contrasto da parte di qualcuno, tanto da giungere ad affermare che è il caso di annullare tutto il lavoro già fatto”.
Tra le motivazioni che hanno scatenato tra i confrati queste reazioni, la notizia che il restauro si sarebbe dovuto pagare di tasca e che ogni socio avrebbe dovuto sborsare una sostanziale cifra. Da qui l’idea di trasferire le attività della stessa Confraternita all’interno di uno dei garage del quartiere, appellandosi al fatto che la Chiesa “non è di proprietà della Confraternita”.
La smentita è arrivata domenica scorsa, durante l’assemblea che ha permesso di chiarire tutte le titubanza dei confrati, che nella più assoluta libertà, hanno votato a favore del restauro.
Tra gli interventi che hanno deciso le sorti dell’incontro, quello di Basilio Arona, storico di Troina, secondo il quale “la Confraternita si è sempre occupata del restauro della chiesa”, questo si evince da un verbale di assemblea ritrovato nell’archivio storico, che “già nel 1954 con assemblea pubblica dei confrati veniva deliberato un intervento di restauro della chiesa a totale carico della confraternita”.
“Sono contenta che l’assemblea abbia avuto un parere favorevole, dice l’Arch. Alessia Pettinato, il tecnico incaricato del progetto, è importante tutelare il patrimonio storico e tramandarlo alle future generazioni, soprattutto quando i problemi economici possono essere superati come in questo caso”.
La Chiesa di San Rocco, del XVIII sec., è sede della Confraternita omonima dal 1913, ed è qui che ogni anno, il 16 agosto, si festeggia il Santo, prima portando la statua in processione per le principali vie del paese, poi nella piazza antistante la chiesa, dove tra musica e cotillon, il quartiere torna a vivere e a pullulare di gente.
I lavori di restauro previsti in progetto, finalizzati soprattutto alla messa in sicurezza della struttura, permetteranno di consolidare la volta, di eliminare le infiltrazioni d’acqua, di recuperare la facciata esterna, l’intonaco interno, la pavimentazione, di ripulire l’altare, di sostituire i portoni d’ingresso, ed infine, di realizzare un piccolo bagno, che ad oggi è inesistente e gli impianti elettrico e idrico.
“Quello che ci spinge all’impegno è il voler preservare le nostre origini, la storia e la tradizione, affermano gli Organismi della Confraternita, ciò che ci preme è di non ridurre il tutto al momento della sepoltura, ma il poter perseguire gli scopi sanciti nello Statuto e, pertanto, di garantire anche una collocazione adeguata ai beni di cui dispone la Confraternita”.
Sandra La Fico