Il libro, pubblicato per onorare la memoria del clinico catanese, contiene anche i preziosi contributi di Giorgio Bert, Alberto Costa, Salvatore Di Fazio, Maurizio Elia, Elio Guzzanti, Nino Mancuso, Francesca Merzagora, Luigi Magliaro e Antonella Surbone.
All’evento sono intervenuti come relatori , oltre che i curatori del libro, il Dott. Salvatore Buttiglieri e il Dott.. Salvatore Assennato e il parroco P.Pietro Maccarrone. A moderare il dibattito Antonella Galati.
L’incontro si è aperto con il saluto di Maria Giambello che, a nome della Caritas parrocchiale, ha spiegato il senso dell’incontro sottolineando come, tra le pagine del libro, sia possibile trovare un sottile filo rosso che unisce il servizio della carità verso il prossimo all’esperienza umana e professionale del Gaglio, il quale testimonia l’esistenza di una scienza medica che mette al centro l’uomo. Non quindi una medicina “scienza perfetta”, infinitamente parcellizzata, altamente tecnologia e disumanizzata, ma “una scienza approssimata ed empirica” che vede il medico, non solo un esperto curatore del corpo ma anche dell’anima e dello spirito. Il segreto della cura del paziente è, quindi, averne cura. Per farlo, come sottolinea a il Dott. Assennato, allievo del Gaglio, è necessario considerare il paziente non una cosa, o una struttura complessa costituita da organi, ma una persona nella sua integrità sottolineando l’importanza degli aspetti comunicativi e relazionali che devono stare alla base del rapporto tra medico e malato.
Ricordando gli insegnamenti del Prof. Gaglio e il lavoro condotto al suo fianco, Salvatore Assennato traccia un ritratto del “medico e maestro” come uomo di cultura poliedrica, persona scomoda, controcorrente e profetica per il tempo. Egli, infatti, aveva criticato la medicina ufficiale, ancora prima del ’68, denunciandone la subalternità alla logica del profitto e del potere. Questo avviene quando la medicina non si chiede più il perché delle cose, ma si limita solo ad agire e “riparare” quando qualcosa si è rotto, che non cerca le cause che stanno modificando il nostro ambiente la nostra salute.
Gaglio sosteneva che il medico non può fare il “meccanico”, ma deve occuparsi della salute. Per farlo è necessario intervenire prima e chiedersi il perché della malattia, consapevole che dietro di essa c’è la persona. Il professore riteneva necessario fare prevenzione, guardando all’ambiente, ai contesti, ai luoghi di lavoro, uscendo fuori dall’ospedale e dalla “cieca clinica”. In questo il Gaglio –come sottolineano i curatori del libro – è stato un precursore. Il rapporto tra prevenzione e salute, infatti, sarebbe destinato a diventare primario, quello tra ambiente e salute strategico, e il ruolo della politica sanitaria fondamentale per lo sviluppo di una società più giusta.
La centralità della persona, il senso della scienze medica come “empiristica”, il riportare la clinica alla persona, il diritto alla salute e l’interazione della medicina con la società civile sono alcuni degli spunti più preziosi del libro che rendono il messaggio di Massimo Gaglio più che mai attuale.
Marzia Carrubba