Incontro regionale sul precariato negli enti locali

Nei giorni scorsi si è tenuto a Favara un incontro regionale a cui hanno partecipato rappresentanti dei lavoratori precari degli Enti locali (che in Sicilia si aggirano intorno alle 22.500 unità), Sindaci e amministratori locali nonché rappresentanti sindacali. Della provincia di Enna erano presenti una nutrita delegazione del Comune di Villarosa ed una rappresentanza del Comune di Enna oltre che al Sindaco di Villarosa Gabriele Zaffora, all’Assessore del Comune di Enna Vittorio Di Gangi e al Presidente del Consiglio comunale di Calascibetta Antonino Messina.
Nel corso dell’incontro, tenutosi in una sala gremita da più di 500 lavoratori, forte si è levato il grido di rabbia e di esasperazione di una categoria di persone che non intravedono per il loro futuro una via d’uscita, anzi con tutte le disposizioni di legge che si vanno susseguendo rischiano addirittura di non lavorare più nemmeno da precari. Infatti le disposizioni nazionali prevedono che i contratti a tempo determinato devono cessare entro il 31/12/2012, termine entro il quale gli stessi possono essere trasformati a tempo indeterminato.
D’altro canto la legge finanziaria della Regione Sicilia, approvata qualche giorno fa, prevede che si possano stabilizzare i posti di lavoro a condizione che si rispettino vincoli e paletti normativi e che l’onere non deve gravare sul bilancio della Regione Sicilia.
La norma così com’è scritta, di cui ancora non si conosce il testo ufficiale, esclude dalla stabilizzazione la tipologia dei 22.500 lavoratori individuati dalla legge regionale 24/2010, in quanto non “assunti tramite concorso pubblico che abbia previsto il superamento di una prova scritta ed una orale e le cui figure professionali siano previste nella dotazione organica”.
Oltre a questo problema vi sono elementi più gravi, evidenziati anche da recenti rilievi della Corte dei Conti, che impedirebbero di fatto alle amministrazioni comunali di poter assumere questo personale a tempo indeterminato. Infatti l’operazione dovrebbe essere senza alcun onere per la Regione e quindi a totale carico dei Comuni; le spese sostenute dai Comuni per tale assunzione non sarebbero escluse dal patto di stabilità che gli Enti locali devono comunque rispettare; gli Enti locali devono rispettare il parametro relativo alla spesa del personale che non può superare il 50% dell’intera spesa corrente. Oggi quasi nessun Ente rientra all’interno di questi parametri visto che nel computo delle spese di personale va inglobato quello dell’Ato rifiuti, anzi in alcuni casi il rapporto si aggira intorno al 60%.
Inoltre, gli Enti locali devono prevedere nella loro dotazione organica i posti e gli stessi non dovrebbero essere occupati da personale di ruolo; gli Enti locali possono assumere nei limiti del 20% del personale collocato in pensione nel corso del 2009.
Ecco da cosa scaturisce la rabbia e la disperazione dei lavoratori ed oggi anche degli amministratori comunali.
Restando così le cose tutta questa gente al 31 dicembre 2012 dovrebbe cessare di lavorare ed i Comuni, che in molti casi si basano su queste professionalità ormai consolidate nel tempo, verrebbero a trovarsi in un sol colpo senza poter garantire più servizi con grave danno sia per cittadini che per l’Ente stesso.
Una situazione del genere certamente non è sostenibile e pertanto vanno ricercate e trovate delle soluzioni:
Intanto garantire il lavoro, anche se precario, oltre il 31/12/2012. In tal senso all’interno della legge finanziaria regionale è inserita la possibilità di prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato fino al 31/12/2013.
Ottenere la deroga al patto di stabilità e al tetto della spesa del personale, escludendo dal calcolo le spese relative al costo sostenuto dagli Enti Locali;
Il calcolo delle unità da assumere andrebbe fatto nei limiti della dotazione organica di ciascun Ente e senza alcun riferimento alla percentuale riferita ai pensionamenti.
Con questi intendimenti i rappresentanti istituzionali intervenuti si faranno promotori, a breve, nei confronti di tutti i Comuni della Provincia di un incontro per sensibilizzare e interessare il Governo e l’Assemblea regionale, il Governo Monti tramite la Prefettura e tutta la deputazione nazionale.

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redazione-vivienna