Troina. Diffusione tra giovani di droghe non è solo problema ordine pubblico: è fenomeno sociale, meglio prevenire che curarlo e reprimerlo
Troina - 20/04/2012
Troina. Il consumo di droghe di vario genere, dalle più leggere alle più pesanti, ha assunto in paese dimensioni tali da farne un fenomeno sociale molto preoccupante. Si è abbassata l’età in cui si comincia a far uso di stupefacenti. Sentire che anche ormai anche ragazzini di 14 e 15 anni fumano spinelli, fa accapponare la pelle. E’ un fenomeno sociale che come tale non può essere affrontato come se fosse un problema di ordine pubblico. Senza voler assolvere in alcun modo nessuno dalle proprie responsabilità individuali, dobbiamo avere piena consapevolezza che abbiamo a che fare con una questione che chiama in causa l’intera società troinese in tutte le sue articolazioni. Ad essere coinvolti in numero consistente in questo fenomeno sociale sono giovani di età compresa tra i 15 ed i 30 anni. E’ un’età cruciale per la formazione di un uomo o di una donna perché è in questa fase che si costruisce l’appartenenza sociale e la visione della vita. Se la generazione, come sostiene Karl Mannheim, è una categoria sociologica che deve essere pensata come collocazione sociale che condiziona gli individui nati nello stesso periodo, qual è quella dei giovani troinesi di oggi? Quando parliamo della “beat generation” o della “generazione del ‘68”, ci vengono subito alla mente i caratteri distintivi di queste due generazioni di giovani della seconda metà del ‘900. Troina non ha avuto la “beat generation”, ma la “generazione del ’68”, che si è formata la sua identità partecipando agli eventi cruciali del suo tempo, l’ha avuta. La collocazione sociale che accomuna e condiziona i giovani troinesi di oggi non è per niente incoraggiante, se confrontata con quella delle precedenti generazioni di giovani. I giovani troinesi di oggi faticano ad immaginarsi adulti perché hanno abbandonato ogni illusione e sono angosciati dalla mancanza di speranza e dalla percezione di essere condannati ad una qualità della vita futura peggiore di quella goduta dai loro genitori e dai loro nonni. Appaino ripiegati su loro stessi alla ricerca di un’identità alla quale è impedita una significativa maturazione. E’ una condizione da far paura. Il malessere dei giovani troinesi scaturisce da questa condizione, che è condivisa dai loro coetanei degli altri paesi. Il consumo di droghe tra i giovani troinesi è una delle manifestazioni, la più eclatante, di questo malessere, che ha ormai superato il limite di guardia. Prevenirlo è meglio che curarne e reprimerne le manifestazioni.
Silvano Privitera